Pubblichiamo una traduzione non ufficiale dell’articolo dalla rivista La Cause du Peuple[1].
Il 26 luglio, in Niger, il generale Omar Tchiani ha lanciato un colpo di stato contro il governo del presidente Mohamed Bazoum. La giunta militare ha poi decise di rompere con la Francafrique.
Perché queste notizie sono così importanti? Perché è un colpo di Stato contro l’imperialismo francese, che prospera da decenni sul saccheggio delle risorse nigerine. In effetti, approfittano del fatto che il Niger è uno dei principali esportatori mondiali di uranio, sia civile che militare, ed è il principale esportatore verso l’Europa. Questo rende la Francia egemone in questo settore economico (un terzo dell’uranio francese proviene dal Niger). Il Niger svolge quindi un ruolo centrale nel l’economia nucleare mondiale e ancor più per l’energia nucleare francese.
Un nuovo governo si oppone alla dominazione francese, che è sostenuta anche dalle popolazioni dei paesi confinanti del Mali e del Burkina Faso (che hanno a loro volta sperimentato colpi di stato negli ultimi mesi in seguito alle manifestazioni di scontento delle popolazioni locali verso la dominazione francese). La situazione è quindi assai preoccupante per lo sfruttatore francese, che teme di perdere le sue miniere di uranio a vantaggio della concorrenza.
Dopo la colonizzazione francese di questi territori, la striscia saheliana[2] e la maggior parte dei paesi del Golfo di Guinea sono state una riserva stabile degli interessi francesi in Africa. Due importanti istituzioni intergovernative agiscono a favore degli interessi francesi: il “G5 Sahel” in termini di cooperazione militare (Mauritania, Mali, Niger, Burkina Faso e Ciad); e ECOWAS (Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale) per la cooperazione economica. Quindi oggi tre membri del G5 Sahel rifiutano apertamente l’imperialismo francese, tra cui il Mali, che ha annunciato il suo ritiro dall’organizzazione lo scorso anno. Mali, Guinea, Burkina Faso e Niger sono oggi sospesi dall’ECOWAS. La situazione è ancora più grave per l’imperialismo francese perché Mali, Niger e Burkina Faso sono la stragrande maggioranza della zona di circolazione del franco CFA, una misura coloniale che permette alla Francia di garantirsi il controllo politico monetario.
Da diversi anni l’imperialismo francese perde posizioni in Africa. La partecipazione degli investimenti francesi nel continente è scesa dal 10,6% nel 2002 al 4,4% nel 2022, in particolare a causa della crescente concorrenza del social-imperialismo cinese. Rimane tuttavia uno dei principali paesi imperialisti presenti, ad esempio è il secondo maggiore investitore nell’Africa subsahariana dopo il Regno Unito (2021). I monopoli francesi controllano una rete tentacolare aiutati da governi corrotti operanti fin dall’indipendenza. BNP, Société Générale, Axa, Groupe Bolloré, Dassault, Alstom, ArcelorMittal, Bouygues, Carrefour, Danone, Engie, Michelin, Total, Orange, Vinci, ecc. Così tanti gruppi e centinaia di filiali che sanciscono lo sfruttamento e l’oppressione dei popoli africani che oggi osano rialzare la testa.
In campo militare, la Francia contava in particolare sul Niger per il posizionamento delle sue truppe dopo essere stata cacciata dal territorio maliano. Sotto la copertura della lotta contro il terrorismo, l’ex colonizzatore mantiene una forte presenza militare nel Sahel per assicurarsi le sue risorse e mostrare alla popolazione che sono loro a dettare legge. Ma la Francia non è l’unico imperialismo presente militarmente sul posto: anche la Germania e gli Stati Uniti hanno truppe di stanza in Niger. Il paese è ora il più grande destinatario di “aiuti militari” del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti in Africa occidentale, avendo accettato di ospitare basi di droni statunitensi.
Tra i media internazionali The Red Herald riporta che: “Alcune fonti russe informali affermarono che i leader del colpo di stato erano associati ai mercenari di Wagner, sostenendo che Wagner appoggiava la fazione del colonnello maggiore Amadou Abdramane, che aveva preso il controllo della presidenza. Il blogger militare russo Boris Rozhin ha riferito che Wagner avrebbe presto ricevuto un invito da un Niger ‘libero’. Secondo quanto riferito dal Consiglio atlantico, lo stesso capo del gruppo Wagner, Evgenij Prigozhin, ha recentemente affermato di voler espandere la propria presenza in Africa. ‘Niger probabilmente si sposterà in cima alla lista dei paesi in cui il gruppo di mercenari Wagner cercherà di espandersi, se Mohamed Bazoum si dimette dalla presidenza’, ha scritto un altro think tank yankee. Prigozhin ha definito gli sviluppi della situazione come parte della lotta del Niger contro i ‘coloni’. I suoi commenti sono stati pubblicati nel momento in cui diverse centinaia di persone si sono riunite a Niamey esprimendo il proprio sostegno a Wagner mentre sventolavano bandiere russe. I mercenari di Wagner sono attivi nei vicini Mali e Burkina Faso. Alcuni sostenitori del colpo di stato che hanno saccheggiato e dato fuoco al quartier generale del partito al governo del Niger nella capitale, sventolavano bandiere russe mentre pennacchi di fumo fluttuavano dall’edificio.”
Non è quindi sorprendente che nelle ore successive al colpo di stato, Macron abbia riunito un’unità di crisi. Secondo le indiscrezioni del governo, c’era molta irritazione per il fatto che la DGSE (servizi segreti francesi), che non era riuscita ad anticipare il rischio di un colpo di stato. Molto rapidamente, la propaganda di guerra è stata messa in moto, sottolineando il collegamento tra la giunta nigerina, Putin e la guerra in Ucraina per giustificare qualsiasi futura politica interventista. Da allora, il presidente francese, ritenendo di essere “padrone” dell’Africa occidentale, non ha mai smesso di minacciare il Niger e il suo popolo con l’ipotesi di una risposta militare in caso di “un attacco contro gli interessi della Francia “. Allo stesso tempo, l’Unione africana, l’Unione europea e gli Stati Uniti hanno annunciato future sanzioni contro la giunta se non rinuncia al potere, spinndo così, ancora una volta, la giunta verso interessi russi o cinesi.
Ma come ci ha insegnato il presidente Mao: “L’imperialismo è una tigre di carta”. Il colonialismo francese si presenta come una minaccia permanente, ma in realtà questo imperialismo francese sta perdendo posizioni da anni, in molti paesi africani le masse si stanno ribellando contro l’occupazione e il saccheggio dei territori da parte della Francia. E mentre dieci anni fa la Francia ha incendiato il Sahel e versato sangue delle popolazioni di quei paesi, oggi le forze francesi sono in ritirata ovunque sono presenti sotto la pressione dei popoli oppressi.
Come rivoluzionari nello Stato francese, il nostro dovere è quello di combattere qualsiasi tentativo da parte dello Stato francese di mantenere o ripristinare l’ordine coloniale. Non importa la natura dell’attuale governo nigerino, perché il bagno di sangue provocato dalla Francia per “ripristinare la democrazia” servirebbe solo gli interessi dell’imperialismo francese, che è pronto a ridurre in cenere i paesi per difendere i suoi grandi gruppi. che hanno saccheggiato l’Africa per troppo tempo!
Basta con l’imperialismo!
Viva la lotta dei Popoli Oppressi!
[1] https://www.causedupeuple.org/2023/08/03/coup-detat-au-niger-une-nouvelle-defaite-pour-limperialisme-francais/
[2] Riva (ovvero bordo del Sahara) in arabo, il Sahel si estende per circa 7 milioni di kmq (cioè due volte l’India) e conta meno di 90 milioni di abitanti. Comprende Mauritania, Niger, Mali, Ciad, Burkina Faso, Sudan e regione meridionale dell’Algeria.