Pubblichiamo la traduzione di un testo gentilmente inviatoci dall’Unione degli Studenti Rivoluzionari come contributo alla conoscenza della lotta in sostegno alla Palestina che i comunisti e i democratici anti-fascisti stanno intraprendendo in quel paese.
L’Unione degli Studenti Rivoluzionari (RSU) ha partecipato e ospitato numerose azioni a sostegno della Palestina a partire dalla recente controffensiva del 7 ottobre 2023, tuttavia il nostro sostegno alla Palestina e all’eroica resistenza del popolo palestinese non si limita solo al 7 ottobre. Riteniamo necessario iniziare questo articolo fornendo alcune informazioni di base necessarie per spiegare perché sosteniamo il popolo palestinese contro lo Stato sionista di Israele.
Il sionismo è un’ideologia che mira a stabilire un Paese di soli ebrei bianchi nel territorio palestinese, imponendo l’espulsione della popolazione autoctona: i palestinesi. La maggior parte degli israeliani sono discendenti di ebrei vissuti in Europa e in Nord America e giunti successivamente in Palestina, non sono affatto autoctoni. Lo Stato sionista di Israele è una creazione piuttosto recente ed è stato fondato solo nel 1948, dopo che le milizie fasciste sostenute dagli imperialisti occidentali hanno sequestrato porzioni di terra palestinese e fondato lo Stato di “Israele”. Durante questo processo, chiamato Nakba (in arabo “catastrofe”), circa 800.000 palestinesi furono costretti a lasciare la loro terra e circa 20.000 palestinesi furono uccisi. I sostenitori di Israele cercano di appropriarsi della terminologia dei movimenti di liberazione indigeni per raccogliere simpatie. In realtà Israele è un progetto coloniale fascista, deciso a sfollare e a compiere un genocidio contro il popolo palestinese per ripopolare la terra di Palestina con coloni provenienti da tutto il mondo, in un processo molto simile a quello con cui gli Stati Uniti hanno sfollato e massacrato i nativi americani.
David Ben Gurion, il fondatore di “Israele”, disse: “Noi [sionisti] volevamo conquistare, conquistare e ancora conquistare una terra. Eravamo una compagnia di conquistadores”. Questo sentimento violento nei confronti del popolo palestinese non si limita al passato. Lo stesso Netenyahu, l’attuale leader di “Israele”, ha affermato che “abbiamo a che fare con animali umani (riferendosi ai palestinesi) e dobbiamo trattarli come tali”.
La controffensiva del 7 ottobre è il risultato di oltre 75 anni di aggressione e occupazione israeliana del territorio palestinese. I popoli oppressi di tutto il mondo hanno il diritto di difendersi con ogni mezzo necessario. La liberazione dei popoli oppressi non è mai stata un processo pacifico e riteniamo che la legge universale della violenza rivoluzionaria vada applicata dalla Palestina al Congo. Dal 7 ottobre Israele ha ucciso oltre 22.000 palestinesi e ne ha feriti oltre 57.000.
La controffensiva condotta dalla Resistenza Nazionale Palestinese è stata un atto eroico che dovrebbe essere di ispirazione per tutti i progressisti e gli antimperialisti del mondo. Il 7 ottobre passerà alla storia come il giorno in cui il popolo palestinese ha sferrato un duro colpo contro lo Stato di Israele che ha avuto risonanza in tutto il mondo e ha certamente toccato le corde dei padroni yankee di Israele, gli Stati Uniti. Dopotutto, sono state le masse di tutto il mondo a celebrare questa eroica controffensiva, a conferma del fatto che la contraddizione principale oggi è quella tra le nazioni oppresse, che ardono di speranza e determinazione, e le potenze imperialiste. L’aumento della repressione del movimento filo-palestinese in questo Paese non fa altro che confermare che la causa del popolo palestinese è quella giusta. Gli stessi guerrafondai e furfanti imperialisti che hanno invocato a gran voce l’intervento militare in Iraq e in Afghanistan ora invocano un vero e proprio genocidio nei confronti del popolo palestinese e la repressione di coloro che osano esprimersi contro di esso.
Se i precedenti storici ci insegnano qualcosa, questa è la palese e lampante inaffidabilità di tutte le promesse, le rivendicazioni e le dichiarazioni del progetto israeliano. Chi ha studiato il progetto sionista e conosce la sua macchina propagandistica vive in un costante stato di déjà vu. Trova sempre più conferma il monito: “non fidarti di nulla di ciò che dice Israele”.
Chiedetevi: se davvero la loro causa fosse giusta e retta, come i sionisti vogliono illudersi di credere, ci sarebbe la necessità di fare azioni di disturbo, molestie o, in molti casi sfortunati, di uccidere coloro che si limitano a denunciare i loro crimini? Ci sarebbe la necessità di detenere e imprigionare 700 bambini di soli 12 anni ogni anno? La risposta è un secco no.
Pertanto, se lo Stato di Israele è noto per le sue menzogne e per il suo chiaro intento genocida che ha raggiunto il culmine in seguito al 7 ottobre, perché si dovrebbe credere alle sue parole? Ogni volta che viene commessa un’atrocità o un crimine contro il popolo palestinese, Israele ha sempre una scusa per dimostrare che non è responsabile. E ogni volta, a distanza di mesi dall’accaduto, si scopre senza clamore che Israele è effettivamente responsabile. Perché seppellirsi in questo ciclo di bugie quando possiamo cogliere Israele sul fatto e ritenerlo responsabile? Il popolo palestinese e le masse del mondo intero sapevano che la giornalista Shireen Abu-Akleh era stata uccisa da un cecchino israeliano, nonostante la veemente smentita di Israele. Sapevano che era stato Israele a causare l’attacco all’ospedale di Al-Ahli, uccidendo centinaia di palestinesi. Riescono a vedere attraverso la nebbia delle bugie genocide, uniamoci a loro. Opponiamoci alle menzogne sioniste e stiamo dalla parte giusta della storia. Stiamo dalla parte dell’eroica resistenza del popolo palestinese.
La storia del sionismo è macchiata di sangue. La strada che ha condotto alla fondazione di Israele è stata lastricata con il sangue di migliaia di uomini, donne e bambini palestinesi. Oggi Israele cerca di proseguire su questa strada portando a termine la sua missione genocida che perdura da quasi un secolo. Il recente assalto che Israele ha scatenato contro la Striscia di Gaza non è qualcosa di inedito nella storia di Israele che massacra soprattutto civili nelle campagne per sradicare la resistenza palestinese. Nel 1982, Israele lanciò un assedio contro Beirut per combattere l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP). In 10 settimane furono uccisi oltre 19.000 palestinesi e libanesi, la maggior parte dei quali erano civili. Si può tracciare un parallelo storico tra la campagna contro Gaza e quella contro i palestinesi in Libano. Sebbene Israele sostenesse di aver intrapreso questa missione solo per sradicare l’OLP, le vittime principali furono proprio i civili. Non è stata colpita nemmeno una roccaforte dell’OLP con funzioni di comunicazione o di comando. Oggi Israele sostiene di bombardare Gaza solo per sradicare Hamas. Oggi dobbiamo smascherare queste menzogne e indicarle per quello che sono veramente, falsità conclamate.
Nel discorso pubblico, la resistenza palestinese viene costantemente denunciata per i presunti crimini sessuali commessi contro i civili israeliani. A questo punto vorremmo richiamare l’attenzione sulla lunga e disgustosa storia di violenza sessuale a cui Israele ha sottoposto il popolo palestinese. Fin dall’inizio del progetto sionista, le donne palestinesi in particolare sono state sottoposte alla grande ingiustizia della violenza sessuale, che di solito accompagnava la violenza scatenata dalle milizie sioniste nelle loro missioni di pulizia etnica dei villaggi palestinesi. Anche fonti israeliane, come Haaretz, hanno riportato orribili crimini sessuali commessi durante la Nakba. La pulizia etnica dei palestinesi si è in parte fondata sulla presa di mira specifica delle donne palestinesi, al fine di accelerare la pulizia etnica della Palestina. La testimonianza di una madre palestinese che ha vissuto la Nakba ci rivela che le storie di violenza sessuale hanno effettivamente spinto i palestinesi a lasciare i loro villaggi più velocemente per il terrore. La fondazione e il percorso genocida di Israele sono costellati di crimini sessuali contro il popolo palestinese. Non si può comprendere la fondazione di Israele e il progetto sionista senza tenere conto di come tali crimini siano stati strumentali alla sua fondazione e alla sua stessa natura.
Cosa succede a coloro che osano denunciare questa ipocrisia? Vengono dossati, molestati, calunniati e aggrediti. Coloro che desiderano organizzarsi per la Palestina sono ricercati dalla polizia e dai tribunali, che vogliono eliminare ogni forma di resistenza. Ecco perché l’organizzazione e l’azione oggi sono così importanti, per combattere questa violenza fascista.
Per i giovani rivoluzionari di tutto il Paese, questa è una battaglia della massima importanza. Siamo nel cuore pulsante della principale forza della reazione globale ed è nostro dovere opporci con determinazione ai nuovi obiettivi genocidi dell’imperialismo statunitense. Il punto di unità n. 1 della RSU ci insegna che “l’unica soluzione è rovesciare” il corrotto e vergognoso sistema imperialista statunitense. Siamo fermi nel nostro dovere di opporci all’imperialismo, e oggi questo si traduce in una presa di posizione a favore della Palestina. La RSU è un’organizzazione giovanile rivoluzionaria che si schiera incondizionatamente con la resistenza palestinese. Se siete giovani rivoluzionari che vogliono assumersi il loro dovere storico di opporsi all’imperialismo statunitense e volete agire per opporvi al genocidio del popolo palestinese, cercate la RSU.
La RSU di Portland e un’organizzazione locale: Burning Ballot Box hanno collaborato per organizzare una manifestazione rivolta alla “Precision Castparts Corps” che lavora apertamente con la Boeing nella costruzione di armi per le Forze di Occupazione Israeliane (IOF).
La New York Revolutionary Youth ha schierato un contingente rosso alla protesta Within Our Lifetime nel Queens NY. Gli attivisti hanno distribuito volantini che mostravano il loro incrollabile sostegno alla Resistenza palestinese e invitavano le masse a mettersi in contatto con un’organizzazione rivoluzionaria come la NYRY.
La Gioventù Rivoluzionaria di New York si è unita ai compagni di Samidoun New York/New Jersey e Dare To Struggle davanti all’ambasciata tedesca di New York per chiedere la fine della persecuzione dei palestinesi in Germania, in risposta ai recenti attacchi a Samidoun in Germania. NYRY ha dipinto uno striscione con la scritta “Giovani contro la repressione”.
Un attivista della Gioventù Rivoluzionaria di New York ha acceso un fumogeno verde durante la protesta “Within Our Lifetime” per chiedere la fine del genocidio a Gaza.
La Gioventù Rivoluzionaria di New York si è unita ai compagni dell’RSG per un contingente rosso alla marcia nazionale su Washington del 4 novembre 2023. Abbiamo alzato in alto le nostre bandiere rosse e abbiamo combattuto contro l’aggressione sionista che il popolo palestinese sta affrontando.
La Lega degli studenti di Issaquah ha organizzato una manifestazione distrettuale per la Palestina. In tutte le sedi sono stati distribuiti opuscoli educativi e discorsi di denuncia del ruolo dell’imperialismo statunitense nel sostenere il genocidio in Palestina.
Anche la Lega degli studenti di Issaquah ha ospitato una protesta a Issaquah per mostrare sostegno al popolo palestinese. È la prima protesta di questo tipo mai organizzata nella città di Issaquah.