La censura che colpisce la lotta del popolo palestinese si abbatte ora anche suoi alleati nel movimento democratico progressista in Brasile. Leggiamo infatti sul sito ANovaDemocracia:
“Il giorno dopo che Youtube ha demonetizzato il canale di A Nova Democracia, la piattaforma video ha deciso oggi (15/1), senza preavviso, di chiudere l’intero canale della nostra tribuna perché la nostra coraggiosa copertura giornalistica rivoluzionaria avrebbe violato le linee guida di sicurezza reazionarie della piattaforma.
Il divieto di Youtube proibisce ad AND di scaricare il proprio archivio giornalistico. Si tratta di oltre 15 anni di produzione audiovisiva, tra cui la copertura esclusiva dei crimini del vecchio Stato brasiliano contro il popolo e momenti storici della lotta delle masse del nostro Paese.”
Leggiamo in cosa consisterebbe tale “violazione”:
“Secondo YouTube, AND ha violato la ‘Politica sulle organizzazioni criminali violente’, che stabilisce che ‘non è consentito pubblicare su YouTube contenuti che sostengano, promuovano o assistano organizzazioni criminali violente o estremiste. Queste entità non possono utilizzare YouTube per alcuno scopo, compreso il reclutamento’.”
Non è la prima volta che il vecchio Stato brasiliano censura le attività giornalistiche in difesa della lotta palestinese. Giornalisti come Breno Altman sono stati attaccati e silenziati da organizzazioni sioniste con l’appoggio del governo, sempre con la scusa di un presunto “appoggio al terrorismo”, un terrorismo inesistente, dato che le organizzazioni di difesa del popolo palestinese, come Hamas, non sono nemmeno considerate gruppi terroristici dalla legislazione brasiliana. La legge, come era da aspettarsi, è quindi ignorata per poter censurare la stampa democratica.
Questo nel mentre i governi di tutto il mondo su telegiornali e media imperialisti sbandierano ai quattro venti il loro sostegno all’entità criminale sionista e diffondono idee razziste, scioviniste e reazionarie il tutto nel nome della “libertà di espressione”. Vediamo che le dichiarazioni dei vari oligarchi Elon Musk e Mark Zuckerberg in favore della libertà di espressione sui social, dopo l’ascesa al potere del fascista Trump, si applica solo nei confronti delle dichiarazioni fasciste, razziste, omofobe, misogine e maschiliste dei reazionari ma non certo nel caso di organizzazioni democratiche e progressiste.
Il sito ANovaDemocracia è purtroppo scarsamente conosciuto ai lettori italiani, e ciò per il fatto che la nostra redazione è sostanzialmente l’unica a tradurre alcuni suoi articoli e a farne conoscere le posizioni. Si tratta di un sito che ormai da anni fornisce copertura mediatica alle lotte delle masse popolari e del proletariato brasiliano, in special modo a quella dei contadini brasiliani per la terra, che denuncia le malefatte dell’attuale governo social-fascista di Lula, celebrato a casa nostra dalla cosiddetta “sinistra”, e che oltre a ciò si è sempre impegnato nella denuncia dei crimini imperialisti, sia che provenissero dal socialimperialismo cinese e dall’imperialismo russo che anche in maniera più evidente da parte dell’imperialismo americano e dei suoi alleati come il regime fascista-sionista in Palestina.
Non si tratta di considerazioni personali della nostra redazione. Anche il sito Palestinechronicle afferma:
“Il giornale A Nova Democracia è un organo di stampa brasiliano fondato nel 2002. La sua missione è quella di denunciare le politiche semi-coloniali e latifondiste applicate dalle vecchie istituzioni e dai governi del momento, con un’analisi scientifica della realtà sociale, nonché di istruire la lotta popolare sollevando la necessità di una nuova democrazia: una nuova economia, una nuova politica e una nuova cultura.
Il canale YouTube di A Nova Democracia pubblica reportage e programmi politici da oltre 10 anni. Il giornale è noto a livello internazionale per i suoi reportage sui massacri nelle favelas e nelle campagne brasiliane.”
Questo per far comprendere come la perdita di tali materiali sia inestimabile per la comprensione della lotta di classe in Brasile.
Siti come Palestinechronicle, FEPAL (sito della Federazione Arabo-Palestinese del Brasile), The Red Herald, Causa Operaia e altri hanno già inviato il loro sostegno al giornale. Non stupisce invece la vera e propria congiura del silenzio che in Italia si abbatte su tale sito, che esiste ormai dal lontano 2002, da parte dei maggiori organi dell’informazione cosiddetta “di sinistra”. Si tratta di una realtà che infatti è difficilmente “sfruttabile” da parte delle organizzazioni opportuniste italiane, impegnate a nascondere il carattere reale della lotta nei paesi a capitalismo burocratico; di particolare rilevanza il silenzio assordante di tali organizzazioni sulle guerre popolari attualmente in corso in India e nelle Filippine.
Invitiamo pertanto tutte i siti, le redazioni e i collettivi di carattere anti-fascista, progressista e democratico che adesso per la prima volta siano venuti a conoscenza di tale giornale a condividere il nostro comunicato e a impegnarsi attivamente per fare conoscere tale realtà. La nostra redazione invia inoltre tutta la sua solidarietà al sito ANovaDemocracia. Sostiene pienamente la sua decisione di intraprendere una causa legale contro YouTube per riappropriarsi del proprio canale e dei propri materiali audiovisivi. Condividiamo il link di donazione per il sito per chi fosse interessato a supportare tale iniziativa.