Il 2 giugno di quest’anno le celebrazioni assumeranno un  carattere anche più apertamente militaresco, guerrafondaio e nazionalista. Il nostro paese, un imperialismo marginale e prepotente, servile e viirulento, è caduto ormai nelle mani di un governo che si sta apprestando a modifare la forma dello Stato in senso presidenzialista per sancire la formazione di un regime al servizio dei nipotini di Mussolini. L’’Italia è ora anche sempre più interna e partecipe alla fasi iniziali della terza guerra mondiale.

La guerra in Ucraina si sta estendendo giorno dopo giorno evidenziando il suo carattere di scontro inter-imperialistico. Da un lato la superpotenza USA e le altre potenze imperialiste europee e dall’altro  lato l’imperialismo russo. L’Ucraina è attualmente un avamposto dell’Occidente imperialistico  per l’espansione guerrafondaia ad Oriente come ormai dimostrano le sempre più frequenti operazioni militari volte a colpire direttamente la Russia all’interno dei confini nazionali e dei centri urbani più rappresentativi. L’uso degli armamenti forniti dall’Occidente imperialistico per queste operazioni è stato definito legittimo e necessario dal Ministro degli esteri della Gran Bretagna nella sua recente missione in Estonia. Sul fronte opposto l’invasione dell’Ucraina ad opera dei nuovi Zar continua a seminare morte e devastazione e ad accentuarsi in modo sistematico e metodico mirando, in prospettiva, ad una crescente espansione nei vari paesi dell’Europa Orientale oltre che in varie altre aree regionali del mondo.

La crisi generale del capitalismo testimoniata dai dati relativi alla crisi bancarie, alla dinamica inflazionistica ed al freno  della produzione, come recentemente riportato anche a proposito del caso tedesco, si accompagna al vorticoso incremento delle spese militari e ad un’industria degli armamenti in continua crescita per ordinativi e profitti. In forme diverse tutto questo caratterizza anche la situazione relativa al socialimperialismo cinese che non a caso ripropone con sempre maggior insistenza nell’ambito della contesa imperialistica mondiale la questione dell’appartenenza di Taiwan alla Cina.

La crisi generale ed i processi di guerra erodono le basi dell’egemonia dei partiti e dei sindacati storici diretti dalla borghesia ed aprono la strada alle manovre strategiche del grande capitale monopolistico pubblico e privato volte a candidare ed affermare nuove forze politiche di potere per una l’instaurazione di governi miranti alla costruzione di veri e propri regimi fascisti come in embrione sta ormai avvenendo negli USA e nella maggioranza dei paesi Europei.

La pace e la sconfitta della marea nera del fascismo montante può essere solo il risultato di una drastica inversione di tendenza che non può che svilupparsi sulla base della ribellione del proletariato, delle masse popolari e dei popoli oppressi di tutto il mondo contro i vari schieramenti imperialisti.

Solo la bandiera dell’internazionalismo, dell’indipendenza nazionale per le nazioni ed i popoli oppressi, della rivoluzione democratica popolare antifascista sulla via del socialismo può bloccare gli ingranaggi della macchina infernale che sta lavorando a pieno regime per la terza guerra mondiale e per il fascismo.  Terza guerra mondiale a cui l’attuale situazione in Ucraina, caratterizzata da  una guerra di posizione che può richiamare a grandi linee il modello della prima guerra mondiale, sta dando forme e dimensioni credibili e quindi, dal punto di vista imperialista, anche pienamente praticabili.

Solo l’internazionalismo può dare una base ideologica, politica ed organizzativa per lo sviluppo della rivoluzione proletaria mondiale. Per questo è necessario combattere tutte le forme di sciovinismo e nazionalismo siano esse filo-occidentali o siano viceversa al servizio dell’imperialismo russo o cinese e quindi dei vari stati che in nome del multipolarismo ruotano sempre più intorno a questi ultimi.

La guerra in Ucraina richiede nel nostro paese, sul terreno dell’internazionalismo, la cessazione immediata di tutte le operazioni di guerra, l’uscita dalle alleanze guerrafondaie come quella rappresentata dalla Nato e la parola d’ordine dell’indipendenza nazionale dell’Ucraina contro la presenza dell’imperialismo occidentale (e dei sui fantocci nazisti al governo) e contro la presenza dell’imperialismo russo. Una parola d’ordine per una lotta su due fronti che per quanto possa risultare di difficile attuazione è anche l’unica che possa suscitare l’appoggio internazionale della parte più avanzata delle masse proletarie e popolari di tutto il mondo, l’unica che possa dare un reale contributo alla rivoluzione proletaria mondiale. Chi è contro la guerra rivoluzionaria nazionale,  contro la guerra popolare, del popolo ucraino nei confronti dei due schieramenti imperialisti che ne hanno in un modo o nell’altro occupato il territorio è contro la pace, contro la democrazia e contro la rivoluzione proletaria. 

Contro il fascismo e la guerra interimperialista

Per l’indipendenza nazionale, per una Nuova Resistenza e per la Democrazia Popolare.

Trasformiamo la guerra in Ucraina in organizzazione e mobilitazione di massa al servizio della rivoluzione proletaria mondiale

 

Per la democrazia popolare

 

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