Pubblichiamo una traduzione non ufficiale dell’ultimo editoriale di A Nova Democracia
Quasi 200.000 persone sono morte in più di 134 guerre in corso tra la seconda metà del 2023 e la prima metà del 2024, con un aumento del 37% rispetto ai 12 mesi precedenti. Ci sono anche più di 43 milioni di rifugiati da guerre di ogni tipo e altri 80 milioni costretti a rifugiarsi all’interno del proprio Paese. Queste cifre sono state elaborate dall’IISS Armed Conflict Survey 2024 e mostrano che la crisi generale della decomposizione dell’imperialismo, in una fase terminale e senza precedenti, riunisce tutte le contraddizioni fondamentali: la guerra, situazione che esprime il grado sempre più acuto dei conflitti tra classi, gruppi politici e nazioni, è il fenomeno più presente ogni giorno. Il mondo sta entrando in un nuovo periodo di rivoluzioni e guerre di ogni tipo, compreso il pericolo di una nuova e terza guerra mondiale.
Che dire della Siria: la deposizione di Bashar Al-Assad da parte delle forze di un ex ramo di Al-Qaeda è la dimostrazione, in quel paese, del grado di approfondimento della crisi generale, di cui uno dei segnali è l’improvviso cambiamento di situazioni che sembravano consolidate. Le forze russe presenti in Siria, da sempre garanzia di supremazia aerea, non si sono mosse per difendere il regime di Assad, che aveva praticamente ceduto loro il controllo del governo; le milizie e i gruppi che agivano a sostegno di Assad, in particolare Hezbollah, sono stati risucchiati nella difesa del Libano con l’aggressione sionista, per cui non è stata possibile alcuna difesa. Il gruppo HTS e altri, sostenuti dalle forze del vecchio Stato turco espansionista, non hanno trovato praticamente alcuna resistenza durante la loro avanzata. La Siria, martoriata, è stata ritagliata e divisa; le classi dirigenti turche avanzano in territorio siriano e sognano il ritorno dei confini dell’Impero Ottomano; i sionisti ne approfittano e avanzano, annettendo le alture del Golan e presto avanzeranno ulteriormente in territorio siriano. Il gruppo HTS non ha sparato un solo colpo contro tutti gli invasori che si stanno impadronendo del territorio, il che rende chiaro che fa parte della criminale aggressione straniera e delle truppe sul terreno dell’imperialismo yankee, e quindi non rappresenta affatto gli interessi nazionali.
La Siria era minacciata e Bashar Al-Assad si è dimostrato incapace di difendere la nazione, e questo da quando l’ha consegnata ai russi, credendo che l’avrebbero difesa: invece i russi l’hanno venduta in cambio dei propri interessi, in particolare per concentrarsi sull’Ucraina. Le masse popolari siriane dovranno seguire l’esempio dei popoli iracheno, afghano e palestinese: prendere le armi, portare avanti la guerriglia con indipendenza, per lunghi e duri anni, fino a riconquistare l’unità territoriale ed espellere gli invasori.
In Ucraina, le forze armate sono sull’orlo del collasso, i giovani ucraini si rifiutano di arruolarsi e la coscrizione viene imposta. Le truppe di Zelensky sono circondate da centinaia di migliaia di elementi delle truppe russe e nordcoreane sui fronti principali e gli ucraini vedono che non sono diventati altro che carne da cannone della NATO. Zelensky ordina alle sue truppe di usare le armi statunitensi per attaccare il territorio russo, nel disperato tentativo di forzare un negoziato che garantisca la continuità del suo governo fantoccio della NATO alla fine della guerra. In questo caso, sebbene vi sia un relativo equilibrio delle condizioni attive e dei mezzi bellici tra i principali contendenti imperialisti, che tende a impedire uno scontro decisivo, è anche vero che tutta questa situazione rappresenta oggettivamente un pericoloso aumento del rischio di precipitare eventi che creano scenari in cui un’escalation verso una nuova e terza guerra mondiale diventa inevitabile. Gli yankee non vogliono precipitare in un nuovo scontro finché non avranno stabilito un sistema di difesa missilistica sufficiente a neutralizzare almeno in gran parte la capacità di guerra nucleare della superpotenza atomica russa, e senza prima concentrare un tale volume di truppe di stanza ai confini della Russia per assaltare e occupare il suo vasto territorio; ma se i conflitti raggiungono una certa proporzione, il loro passaggio allo scontro mondiale potrebbe diventare irreversibile. Infatti, sebbene ci siano molti ostacoli intermedi tra il presente e una terza guerra mondiale, gli incidenti che fanno precipitare tutto sono non solo possibili, ma sempre più numerosi e pericolosi.
Di fronte a un rischio del genere, le forze antimperialiste non si fermeranno a noiosi appelli alla pace, ma si solleveranno, dal loro interno, con tutto il loro furore contro i criminali fomentatori delle guerre ingiuste, con ogni tipo di risposte: le azioni antimperialiste di vario tipo e in ogni possibile paese del mondo si impongono e fanno crescere la rivoluzione, mobilitando milioni e decine di milioni in tutto il pianeta, il che costringerà le forze imperialiste a dividersi ancora di più, perché la minaccia di una guerra mondiale nelle condizioni delle odierne armi di distruzione di massa getterà di per sé masse sempre più estese nelle strade e crescenti contingenti armati per rovesciare i governi imperialisti e i loro lacchè. L’esperienza delle due grandi guerre mondiali ha dimostrato come gli imperialisti possano essere divisi e i popoli amanti della pace, con le loro guerre giuste, sconfiggeranno i guerrafondai uno ad uno. La tendenza storica e politica del mondo è verso la rivoluzione e, contrariamente a un nuovo ordine imperialista, se dovesse scoppiare una nuova guerra mondiale, si assisterà alla nascita di nuove e numerose rivoluzioni proletarie.