16 agosto, 2024

Traduzione non ufficiale da The Red Herald dell’ultimo editoriale di A Nova Democracia.

La macchinazione dell’imperialismo yankee, che gestisce i suoi lacchè in America Latina, compresi quelli della finta sinistra come lo spudorato Boric (Cile), mentre fa pressione sui vacillanti Luiz Inácio (Brasile), Petro (Colombia) e Arce (Bolivia), nella nuova crociata contro il governo venezuelano, oggi a causa dei risultati delle elezioni presidenziali, è un interventismo e un’ingerenza inaccettabile negli affari interni dello Stato e del popolo venezuelano. Il dovere di tutti i progressisti, democratici e rivoluzionari è quello di respingere questa aggressione alzando la voce e cantando Yankees, Go Home! E togliete i vostri artigli dall’America Latina! In fin dei conti, si tratta di questo: un tentativo, sotto forma di interventismo e ingerenza, di impadronirsi delle ricchezze del Venezuela, dato che i loro interessi sono contrastati dalla crescente penetrazione dell’influenza cinese e russa nel Paese.

La cosiddetta democrazia, esportata nel mondo sulle baionette e sui carri armati dei marines statunitensi a partire dalla cosiddetta “Guerra Fredda”, è stata solo uno strumento per radere al suolo intere nazioni per soddisfare gli interessi economici, politici e militari degli Stati Uniti nella disputa con altri imperialisti per la loro egemonia imperialista sul mondo. Solo nel XXI secolo la storia ha sperimentato lo smembramento totale di nazioni grazie alla “democrazia” statunitense: Iraq, Afghanistan, Libia, Siria, solo per citarne alcuni, che, dopo aver annientato intere fasce di quei popoli con le sue truppe genocide e sanguinarie, ha trionfalmente indetto elezioni per legittimare il nuovo governo di lacchè, o di fantocci, di capitolazionisti o traditori della nazione oppressa, per avallare il nuovo ordine economico di totale sottomissione agli interessi statunitensi strettamente sorvegliati dalle truppe imperialiste. Come in altri Paesi, la democrazia borghese e il suffragio universale non sono altro che marionette, manipolate giorno dopo giorno dai centri di intelligence militare e dal monopolio delle comunicazioni e della stampa, che cercano di condizionare la percezione delle masse, di creare notizie false, di alterare la psicologia della società, di mettere in discussione determinate correnti politiche e candidati, apertamente o con regole che rendono impraticabile qualsiasi progetto rivoluzionario e antimperialista. In breve, poiché i lavoratori non hanno un proprio apparato di stampa in grado di competere con quello delle classi sfruttatrici, queste ultime manipolano in modo ignobile per garantire i loro interessi in modo quasi assoluto, sotto la maschera di “governi legittimamente eletti”. Ecco cos’è la democrazia borghese: libertà per le classi dominanti e le loro rappresentanze politiche per la distribuzione del Potere politico; dittatura, repressione e coercizione per le classi popolari e le loro organizzazioni di lotta, una situazione che diventa tanto più evidente quanto maggiore è lo stadio di crisi generale del regime politico e della mobilitazione popolare.

Allo stesso tempo, la sinistra elettorale opportunista nella gestione del vecchio Stato nei paesi latinoamericani mostra tutta la sua astuzia. O si uniscono all’imperialismo statunitense, gettando la maschera dell'”antimperialismo”, o deformano, come fa Luiz Inácio che, secondo gli editorialisti, ammette di trovarsi “in una situazione delicata” e di essere incline a condannare Maduro. È il risultato di anni di difesa della tesi della “democrazia come valore universale”: alla fine, ora che il governo venezuelano non presenta i risultati elettorali, cosa resta alla finta sinistra? Sono tutti costretti ad accettare, in pratica, l’ingerenza imperialista in Venezuela e ad abbandonare la loro retorica antimperialista.

Gli yankee promuovono la loro ingerenza, da un lato, esercitando una forte pressione economica, politica e diplomatica internazionale contro il regime venezuelano, cercando di fomentare una divisione all’interno delle Forze Armate, dove sicuramente dispongono di una vasta rete di agenti infiltrati che lavorano giorno e notte; dall’altro, oltre alla quinta colonna dei partiti reazionari, dispongono di gruppi molto ben addestrati per fomentare disordini camuffandoli da disordini civili. Ora, gli yankee non hanno intenzione di lanciare le proprie truppe o di aprire una guerra civile per sovvertire il regime, perché sarebbe quasi un suicidio, dato il materiale antimperialista infiammabile in tutta l’America Latina. Tuttavia, con la loro interferenza, gli imperialisti stanno aumentando la pressione per far capitolare il governo venezuelano. E in questo hanno la collaborazione attiva della finta sinistra.

Solo la lotta rivoluzionaria antimperialista può realizzare la democrazia popolare, la nuova democrazia, sia in Venezuela che in qualsiasi paese oppresso dall’imperialismo. Un nuovo tipo di Stato in cui il Potere politico sia esercitato dalle masse lavoratrici in ogni angolo attraverso le Assemblee del Popolo e i loro comitati popolari eletti, passo dopo passo fino al governo nazionale rivoluzionario, che garantisca l’istruzione e la sanità universali e gratuite, un programma di abitazioni dignitose, servizi igienici di base gratuiti e universali, elettrificazione ovunque, il tutto sostenuto dall’armamento generale del popolo; un governo delle masse che imponga una nuova economia, con la garanzia dei diritti alla terra per i contadini e l’eliminazione dello sfruttamento attraverso lo sviluppo di nuovi rapporti di produzione basati su una sempre maggiore cooperazione, la fine del furto e del saccheggio imperialista delle ricchezze nazionali e la confisca dei monopoli delle classi dominanti e l’impiego di questo capitale nello sviluppo di un’economia industriale e tecnologica, autocentrata e autosufficiente; la promozione di una nuova cultura nazionale, scientifica e di massa per il pieno sviluppo sociale e spirituale dei lavoratori, soprattutto nelle campagne, dove la predominanza del latifondo per secoli ha lasciato gravi tracce di arretratezza. Questo non è stato ancora fatto in Venezuela – la cui concentrazione fondiaria è la terza più alta dell’America Latina, molto più alta di quella del Brasile – una prospettiva che non ci si può aspettare da Nicolás Maduro, che dirige il suo regime e sostiene il monopolio fondiario, i monopoli industriali e i vertici delle Forze Armate, padroni che controllano il governo stesso. Solo il proletariato rivoluzionario, in alleanza con i contadini poveri, al centro della lotta per la terra attraverso la Rivoluzione Agraria e contro la dominazione imperialista e i suoi alleati interni, può realizzare una vera democrazia popolare, la nuova democrazia.