Dal 3 al 17 settembre nel centro storico di Milano è stata allestita, patrocinata dal Comune, una mostra fotografica con foto di soldati ucraini appartenenti al battaglione Azov che si sono distinti nella resistenza all’assedio delle truppe russe della città di Mariupol. Voci e parole sono state tratte da un libro della scrittrice ucraina Anastasia Dmytruk. Nella locandina e in uno dei pannelli della mostra “Eyes for Maiupol” era rappresentato il viso di Denys Prokopenko, comandante del battaglione Azov, a cui il presidente Zelensky ha conferito una delle massime onorificenze al merito quale “eroe dell’Ucraina”.
Si tratta di un ennesimo evento che, dietro la maschera di un’iniziativa culturale, si inserisce nella propaganda sempre più diffusa ed invasiva a sostegno dei processi di fascistizzazione dello Stato e della partecipazione su scala sempre più ampia allo sviluppo della guerra interimperialista attualmente in corso in Ucraina.
IIl battaglione ha un partito politico, due case editrici, campi estivi per bambini che vengono indottrinati ed addestrati alle armi. Già inquadrato dal 2014 nella Guardia Nazionale, è punto di attrazione di estremisti di destra provenienti da tutta Europa, come Francia, Spagna, Italia e Svezia. Fra i foreign fighters italiani combattenti in Ucraina diversi appartengono alla galassia nera, hanno condiviso l’addestramento con l’Azov e il fronte con i neonazisti in Donbass. Al di fuori dell’Ucraina esercita un ruolo centrale nella rete di gruppi estremisti che va dalla California attraverso Europa e Nuova Zelanda. Ai campi estivi organizzati dall’Azov fanno compagnia i campi estivi, Agoghè, in stile “Sparta” organizzati sul lago di Garda per formare i giovani della destra meloniana, istruiti da Mollicone e Frassinetti.
Il fondatore del battaglione, Andrey Biletsky, militante ultranazionalista, sostiene la lotta contro gli Ebrei e i Musulmani in favore del suprematismo bianco e definisce lo stupro “sacrosanto diritto naturale del maschio alla riproduzione” anche per porre rimedio alla diminuzione della natalità e alla “contaminazione della razza bianca”. L’Ucraina, secondo Biletsky, ha il compito di guidare le razze bianche del mondo in una crociata finale contro i subumani sottomessi dai semiti. I suoi componenti ricorrono spudoratamente ai simboli del Terzo Reich. Sulle uniformi c’è la Wolfsangel, simbolo della Germania nazista prima dell’uso della svastica, simbolo adottato da molte unità militari comprese le SS, oppure il gancio del lupo usato dai nazisti tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale.
Un articolo del settimanale statunitense Time (versione on line) del 7 gennaio 2021 ha pubblicato un’inchiesta dettagliata sull’ascesa dei nazionalisti di Azov L’articolo in questione sostiene che il governo ucraino, preso alla sprovvista dall’invasione russa, sia stato costretto ad affidarsi a milizie neonaziste e che l’unica colpa dell’Occidente è da imputare all’incapacità di garantire la sicurezza di quei territori. Non fa alcun accenno all’aggressione della popolazione di etnia russa (nelle regioni del Donbass, dal 2014 al 2017 si stimano 34.766 uccisioni). Un classico esempio di propaganda occidentale e imperialista.
In Italia siamo in presenza di un revisionismo storico che ha origini lontane. E’ in questo quadro che si colloca l’attenzione mediatica che ricevono queste forze neonaziste conferendo loro una credibilità politica assai pericolosa.
La mostra “Eyes for Mariupol” patrocinata da Sala svela, qualora ce ne fosse ancora la necessità, ciò che si nasconde dietro il cosiddetto antifascismo del Pd e del centro-sinistra: lo sdoganamento e la normalizzazione del neonazismo per mantenere in vita il sistema guerrafondaio imperialista occidentale che porterà l’umanità, in assenza di una forte organizzazione di popolo e di classe e di una rivoluzione politica e sociale, verso la barbarie presente già in molte parti del mondo.
Positiva, ma non sufficiente, l’iniziativa dei giovani comunisti antifascisti milanesi che hanno attaccato sui pannelli della mostra le immagini che restituiscono la verità storica sulle efferatezze perpetrate dal battaglione Azov.
Per abbattere questo stato di cose è necessario combattere in primo luogo contro l’imperialismo italiano e quello USA-Europeo ed imporre, con nel corso di un processo rivoluzionario l’indipendenza nazionale. Solo così si può realizzare l’uscita dalla Nato, a cui tutti i governi di centro, di destra e di centro-sinistra in rappresentanza di un imperialismo tanto bellicoso quanto marginale, come quello italiano, si genuflettono associandosi alle politiche belliciste degli Usa.
E’ necessario peraltro ribadire che siamo in presenza di una guerra per procura, un conflitto interimperialista fra Usa e Russia ; appoggiare l’una o l’altra banda imperialista finisce per sacrificare, immolare la classe operaia e gli strati popolari che hanno tutto l’interesse di rovesciare il capitalismo (che oggi sembra aver raggiunto i suoi limiti storici) e la cui esistenza si basa sullo sfruttamento dei lavoratori-merci, sull’oppressione dei popoli della maggioranza dei paesi del mondo, sulla depredazione delle risorse naturali, sulla violenza reazionaria e sulle guerre imperialiste.
Occorre un’azione unitaria di tutti i sinceri antifascisti, dei comunisti e dei libertari per una nuova resistenza e per la formazione di una democrazia popolare con l’obiettivo di abbattere il sistema capitalistico .