È di qualche settimana fa la notizia dell’incontro tra il ministro dell’Università Anna Maria Bernini e gli esponenti di Unione degli Studenti Universitari (UDU) e Rete degli Studenti Medi (RSM). Per chi non conoscesse queste organizzazioni, esse sono tra le organizzazioni più rappresentative a livello della rappresentanza studentesca e a livello mediatico, spesso promosse in maniera interessata come “rappresentanti del movimento degli studenti”. D’altronde, nonostante i tentativi di nasconderlo e di spacciarsi come “apartitici”, è altrettanto noto il legame tra queste organizzazioni e il centrosinistra, oltre che con sindacati come la CGIL.

Questo incontro è avvenuto all’interno del loro campeggio cosiddetto “Revolution (SIC!) Camp”. Questo evento ha suscitato la reazione dei Giovani Palestinesi Italiani, i quali hanno denunciato l’incontro, considerata la complicità del governo Meloni nel genocidio sionista e vista la palese ipocrisia dei capi di queste organizzazioni, i quali da una parte blandiscono gli studenti pro-Palestina, dall’altra cercano di stabilire relazioni cordiali con gli esponenti di questo governo fascista, che li reprime sostenendo l’entità sionista. Allo stesso tempo i Giovani Palestinesi si sono rivolti ai sostenitori della causa palestinese “perché colgano la contraddizione tra il ritenersi contrari al genocidio del popolo palestinese e l’invitare chi è complice dello stesso al proprio campeggio estivo.” Ci uniamo alla voce dei Giovani Palestinesi Italiani, grande avanguardia di lotta che da anni porta avanti una coraggiosa battaglia per denunciare il genocidio sionista e i suoi collaboratori del nostro governo e del nostro paese.

Oggi molti giovani e sinceri anti-fascisti e anti-imperialisti militano all’interno di queste organizzazioni studentesche reazionarie come UDU e RSM. Il punto fondamentale è questo: qual è la natura di questi incontri? Questo è un punto interessante da esaminare. Che cosa si sono detti i nostri capetti studenteschi con la ministra? Sulla Palestina infatti i nostri hanno addirittura supplicato in ginocchio la ministra di rescindere gli accordi di ricerca tra università israeliane e italiane «inseriti nel sistema di oppressione verso il popolo palestinese, il boicottaggio accademico sarebbe un importante strumento di pressione». Insomma una presa in giro conclamata, mentre gli studenti vengono manganellati e pestati dalla polizia o sgombrati con la forza, questi innocui capetti addirittura ringraziano la ministra per averli ascoltati.

Esaminando tutto ciò, emerge la natura servile, corporativa e reazionaria di organizzazioni come UDU e RSM, che di fronte all’emergere sempre più marcato delle contraddizioni fondamentali, come la contraddizione tra popoli oppressi e imperialismo, o la contraddizione nel nostro paese tra masse popolari e proletariato con la borghesia reazionaria, non possono che scoprirsi aprendo spazi sempre più vasti per un’organizzazione degli studenti su posizioni corrette e di classe che sia in grado di smascherare questi imbroglioni di fronte alle masse degli studenti.

Questo richiede di considerare qual è l’effettiva natura di questi sindacati. Se infatti esaminiamo il congresso dell’UDU da un punto di vista generale, oltre che con la Bernini vi sono stati incontri con la Schlein, Fratoianni, Bonelli e con il segretario della CGIL Landini. Ci troviamo di fronte ad un tentativo passivo-rivoluzionario di mobilitare gli studenti più progressisti in maniera funzionale al progetto reazionario del centrosinistra e del sindacalismo confederale. A questo servono anche determinati appelli di queste organizzazioni, fatti il 29 marzo alla Corte dei Conti e alla presidente Von Der Leyen, relativi alla carenza di alloggi per gli studenti universitari[1]. Appelli di questo genere, che illudono gli studenti oscurando la natura reazionaria di istituzioni come l’Unione Europea, altro non sono che l’espressione degli strati più privilegiati di questi studenti e del loro tentativo di esercizio egemonico sui settori proletari e popolari delle masse studentesche.

Se vediamo anche tutto l’evento-campeggio, a livello complessivo si cerca di operare tra i giovani con una logica seduttiva, promuovendo una logica superficialmente pseudo-comunitaria, ma che nei fatti è liberale, legata all’edonismo, alla cultura dello “sballo”. Questo pseudo-comunitarismo edonistico in alcuni casi non solo non viene criticato a queste organizzazioni, ma di fatto viene ripreso e coperto con forme più “radicali”. Nei movimenti degli anni Sessanta e Settanta si tentava anche di proporre una nuova cultura, un modello di socializzazione alternativa, pur se questo tentativo era pieno di limiti e difetti ideologici. Oggi molte organizzazioni opportuniste, che pure sostengono di opporsi al corporativismo e al collaborazionismo dei sindacati studenteschi, ne riprendono pienamente le logiche disgregative e seduttive, che non fanno altro che intossicare e condurre su false vie i giovani più avanzati.

Il movimento dei giovani e degli studenti a favore della Palestina, che lotta contro la scuola burocratica e fascista e che denuncia la fascistizzazione in atto, esso è una grande forza progressista, ma senza una guida effettivamente di classe esso finirà per deragliare. Forze come UDU e RSM sono lì per questo e negli scorsi mesi hanno promosso eventi e manifestazioni sulla questione del boicottaggio alla Palestina, scimmiottando superficialmente le giuste e coraggiose occupazioni delle università in corso nel mondo, con il fine sempre più evidente di condurre questa corretta lotta su un terreno corporativo e di collusione con le istituzioni dello Stato reazionario. Per questo è importante la denuncia, da parte di organizzazioni come i Giovani Palestinesi, di questa realtà, perché essa contribuisce a smascherare,  di fronte agli studenti più avanzati,  i capetti di queste organizzazioni.

Come militanti e sostenitori del movimento studentesco, nostro compito è appoggiare questi settori di studenti avanzati. La soluzione delle problematiche dei giovani e degli studenti, e il sostegno alla causa palestinese non possono che passare attraverso la lotta contro la fascistizzazione per un governo di Democrazia Popolare sulla via del socialismo, sul modello delle tante organizzazioni degli studenti di carattere rivoluzionario che lottano nel mondo, come ad esempio il Movimento Studentesco Popolare Rivoluzionario in Brasile o l’Unione degli Studenti Rivoluzionari degli USA.

PER LA DEMOCRAZIA POPOLARE

[1] «Chiediamo alla Procura contabile di fare chiarezza sulle responsabilità di questa spesa inutile, accertando la possibile esistenza di un danno erariale. Queste risorse dovevano essere utilizzate per realizzare migliaia di nuovi posti letto, ma il Governo ha preferito sprecarle dandole a soggetti privati in cambio di un vincolo parziale e limitato. Infatti, per alcuni anni dovranno affittare a prezzo calmierato il 20 per cento dei posti letto, direttamente agli enti regionali per il diritto allo studio». Link