I gay dovrebbero essere dei militanti al servizio del popolo

Essere gay nel NPA[1] – Ang Bayan

Articolo[2] del giornale Ang Bayan (Il popolo), organo ufficiale di pubblicazione del CPP [Partito Comunista delle Filippine], che raccoglie il testimone di un combattente LGTB, Ka Oliver. Tradotto ed editato in spagnolo da Ediciones Dos Cuadrados (Edizioni Due Quadri), per il suo libro «El comunismo ante la cuestión LGBT+» (“Il comunismo davanti alla questione LGBT+”).

“Quando ero giovane, mio padre ha sempre voluto che mi arruolassi nell’esercito con la speranza di liberarsi del gay che c’era in me. Adesso che sono cresciuto – continuo ad essere così gay come sempre – il suo desiderio è diventato realtà. Però, sono diventato un soldato di un esercito diverso, uno migliore. Sono un combattente rosso del NPA”.

Ka Oliver è uno dei tanti compagni gay e lesbiche che hanno abbracciato la lotta armata nella campagna. Gli piace scherzare quando ricorda la sua infanzia e le difficoltà incontrate come omosessuale in una famiglia conservatrice. Quando spiega quello che vuole sostenere e difendere è serio e deciso.

“L’unico modo in cui la comunità LGTBQ può trovare la liberazione dall’oppressione di genere è eliminando l’oppressione di classe”. Per lui, la comunità LGTBQ delle Filippine deve avere chiara la necessità della lotta per lo smantellamento delle condizioni semicoloniali e semifeudali della società filippina che genera e perpetua l’oppressione, la discriminazione e la persecuzione fascista non solo della comunità LGTBQ ma anche di tutte le classi oppresse.

Prima di unirsi al NPA, la concezione di Oliver dell’«orgoglio gay» era molto influenzata dalle idee borghesi e postmoderne caratterizzate dall’individualismo e svincolate dalle realtà sociali della lotta di classi. In quei tempi, la sua comprensione si limitava all’orgoglio senza tenere conto delle condizioni materiali e delle strutture politiche e sociali che negano alle persone – omosessuali o no – i loro diritti democratici. “Come possiamo avere ‘orgoglio’ quando siamo privi di educazione, quando  si è sfruttati, quando non possiamo sfamare le nostre famiglie o quando siamo scacciati dalla nostra terra e dal nostro unico mezzo per vivere?”, ha sostenuto.

Ka Oliver crede che essere un gay “cosciente” significhi assumere le verità universali della necessità della lotta democratica nazionale. “Dobbiamo allearci con altre classi e settori contro un nemico comune. Gay o no, siamo tutti vittime dell’imperialismo, del feudalismo e del capitalismo burocratico”, ha dichiarato.

Combattente gay

Vivere come rivoluzionario gay nelle campagne presenta ulteriori difficoltà ma per Ka Oliver, il fatto che il CPP e il NPA rispettino ed appoggino la comunità LGTBQ fa la differenza.

Di volta in volta, subisce le vestigia delle discriminazioni e delle concezioni patriarcali, anche se queste non sono così presenti come quelle che ha subito prima di unirsi al movimento rivoluzionario. “Gli anni che ho vissuto nel NPA mi hanno insegnato abbastanza per sapere che certi commenti non vengono avanzati per ferirmi o imbarazzarmi. Spesso provengono dalla presa di distanza dalle immagini alienate degli omosessuali proposte dai mass media. Altri sono anche semplicemente espressione della volontà di rigettare la figura del ‘piccolo borghese privilegiato dalle maniere delicate’ ”.

Per contrastare queste opinioni, Ka Oliver partecipa attivamente ai dibattiti ideologici incentrati sulla critica degli stereotipi di genere.

“Come membri della comunità LGTBQ non dobbiamo restare passivi. Invece di aspettare che le masse ci accettino, dobbiamo rivolgerci a loro direttamente e condividere le nostre esperienze e lotte. Possiamo a nostra volta conoscere di prima mano le loro lotte e trovare i temi comuni”.

Oliver ha fiducia nel fatto che i pregiudizi di alcuni compagni e di settori delle masse sugli omosessuali possano correggersi tramite l’educazione costante, la rieducazione proletaria e la critica e l’autocritica. Lui stesso continua la lotta per rifiutare le concezioni individualiste e liberali borghesi dell’ ‘orgoglio gay’ perché si è reso conto che tali concezioni sono sfruttate dalla classe dominante per mantenere lo statu quo, e nascondono le vere radici dei pregiudizi della società.

Rapporto rivoluzionario

“Riguardo ai rapporti, la mia generazione mi ha anche inculcato la concezione individualista che ‘orgoglio’ significa poter mantenere uno stile di vita, caratterizzato da relazioni sessuali anarchiche, senza dare particolare importanza al significato e alle conseguenze sul piano sentimentale ed affettivo. Dentro il movimento, la politica del Partito sul fidanzamento e il matrimonio intende invece garantire che le donne e le minoranze sessuali siano consapevolmente attive contro l’opportunismo sessuale, i ricatti e la violenza”.

Negli anni 90, il Partito ha affermato che tutte le relazioni LGTBQ devono dare la necessaria importanza alla gestione consapevole e al ruolo della collettività così come i rapporti eterosessuali. Tutte le coppie LGTBQ hanno gli stessi diritti all’interno della relazione e potranno contare, in caso di necessità, su tutto l’appoggio e l’attenzione del Partito, così come le coppie che mantengono rapporti eterosessuali.

“L’accettazione e la protezione incondizionata del Partito alla comunità LGTBQ non è una questione di parole, ma una questione di principio”.

“Visto che adesso sono parte di un collettivo più ampio, di una lotta più grande, il problema della disciplina degli aspetti istintuali non è una questione relativa alla repressione degli impulsi sessuali, ma un aspetto dell’educazione proletaria”, ha concluso Ka Oliver.

Quando questo mese di giugno celebrano il mese dell’orgoglio, i rivoluzionari gay sventolano con orgoglio la bandiera della lotta democratica nazionale. “Non può esserci orgoglio se non c’è liberazione per tutti noi”.  

 

[1] Nuovo Esercito Popolare

[2] https://revolucionfilipina.com/2023/05/29/ser-gay-en-el-npa-ang-bayan/