Traduzione non ufficiale da The Red Herald

Secondo quanto denunciato dalle organizzazioni contadine filippine, nell’ultima settimana il vecchio Stato ha intensificato le operazioni repressive a Lupang Ramos e a Barangay Tartaria, entrambi a Cavite. I contadini stanno affrontando una crescente presenza di militari e polizia. Il 9 settembre le sono stati istituiti posti di blocco all’ingresso di Lupang Ramos, con il pretesto di controllare il divieto di portare armi in occasione delle elezioni che inizieranno il 2025. Il 10 settembre, 50 militari e poliziotti di una forza congiunta formata dalle Forze Armate delle Filippine, dalla Polizia Nazionale Filippina, dalla Task Force Ugnay e da ufficiali del governo locale sono arrivati sul posto. Quando le forze repressive sono state affrontate dai contadini, hanno aevidenziato la loro intenzione di entrare nell’area e stabilirvi una presenza militare permanente.

I contadini, consapevoli delle reali intenzioni delle forze della repressione, hanno rapidamente eretto una barricata e impedito l’ingresso delle truppe. C’erano anche soldati e personale di polizia a Barangay Tartaria, dove si sono recate quattro auto della polizia, un camion militare 6×6 con mitragliatrici sul tetto e tre veicoli corazzati militari V150. Tutto questo per intimorire i contadini della zona.

I contadini di entrambi i territori lottano da tempo contro l’accaparramento delle terre da parte dei grandi proprietari terrieri, come le famiglie Ayala, Ramos e Aguinaldo, che bramano le terre per i loro progetti monopolistici anche legati ai grandi progetti statali. Per questo motivo, intere comunità contadine vengono intimidite e sono oggetti di continue vessazioni, i loro diritti vengono negati.

L’Associazione dei contadini e dei legittimi proprietari della terra (Katipunan ng mga Samahang Magbubukid – Kasama) denuncia che questi casi  si verificano spesso, così come i casi di rapimento di leader contadini e avvocati per i diritti dei contadini. Nella provincia di Quezon, il contadino Roberto Mendoza è stato arrestato il 2 settembre dalle forze dello Stato dopo che sua figlia, la leader contadina Lieshel Mendoza, è stata accusata di finanziare il terrorismo e di aver violato la legge “antiterrorismo”.

Come denunciano i gruppi per i “diritti umani”, due responsabili della mobilitazione giovanile sono stati rapiti dalle forze di Stato nella Valle di Cagayan. Uno di loro è un organizzatore e avvocato per i diritti dei lavoratori migranti e l’altro è un attivista per la difesa dell’ambiente. Giorno dopo giorno il numero di persone scomparse forzatamente aumenta: Ang Bayan ha registrato 155 vittime di rapimenti da parte del vecchio Stato sotto il regime di Marcos. 45 di loro sono scomparsi.