Con il passaggio di Prachanda[1] e del suo partito, il Partito Comunista del Nepal (Centro Maoista) nell’ambito della politica parlamentare, all’interno del campo maoista nepalese si era assistito ad una serie di scissioni. Questo in reazione alla crescente politica di collaborazione di classe del PCN (Centro Maoista) e la sua partecipazione ai governi della borghesia burocratica, cosa che continua ancora oggi con la recente nomina di Prachanda a primo ministro del Nepal.
Si era assistito dunque alla fondazione di numerosi partiti e partitini da parte di diversi vecchi quadri del PCN (Centro Maoista). I principali tra questi partiti erano il Partito Comunista del Nepal di Biplav[2] (PCN) fondato nel 2014 e il Partito Comunista del Nepal (Maoista Rivoluzionario) (PCN-Mriv) fondato nel 2012, ma oltre a questi vi era tutta una serie di numerosi altri partiti, tanto che diventa spesso difficoltoso a chi non conosce la politica locale seguirne tutte le vicende.
Alcuni eventi negli ultimi tempo stanno però andando in controtendenza rispetto a questa situazione di frammentazione e scissionismo causata dal revisionismo.
Già all’interno del PCN di Biplav si era assistito nel 2022 ad una scissione quando la maggioranza del suo partito, guidata da Hemanta Prakash Oli e Dharmendra Bastola, lo aveva destituito, formando il Partito Comunista del Nepal (Maggioranza) (PCN-Maggioranza). Questo sulla base del fatto che, secondo questi leader, Biplav stava conducendo il partito nelle secche della politica parlamentare e della collaborazione col partito di Prachanda.
Adesso però già ad aprile di quest’anno il PCN (Maggioranza) e il PCN-Mriv hanno annunciato la loro volontà di unificarsi in un unico partito. L’annuncio ufficiale è stato poi rilasciato in occasione del Primo Maggio. Il nuovo partito ha assunto il nome di Partito Comunista Rivoluzionario del Nepal (PCRN). L’unificazione dei due partiti è stata salutata positivamente dal Partito Comunista dell’India (maoista), da anni impegnato a portare avanti la guerra popolare contro lo Stato Indiano.
Anche il PCN di Biplav ha formato nel 2020 un Fronte con altri 3 partiti, un partito guidato da Rishiram Kattel, il Partito Comunista Socialista Scientifico e il Partito Comunista del Nepal (Socialista Maoista). Il 15 Marzo di quest’anno quest’ultimo partito e il partito di Biplav si sono unificati in un’unica organizzazione.
D’altronde lo stesso Prachanda, di fronte al processo di unificazione in atto nel campo rivoluzionario ma anche di fronte al desiderio delle masse di venire a capo di questa frammentazione, ha lanciato una nuova proposta di un nuovo “Fronte Socialista”. Secondo i capi del PCN (Centro Maoista) il fine sarebbe quello di portare a conclusione il “processo di pace”, ovvero di chiudere definitivamente la prospettiva rivoluzionaria.
Questa proposta segue il tentativo fallito di unificazione tra il PCN (Centro Maoista) e il Partito Comunista del Nepal (marxista-leninista unificato), l’altro grande partito guidato da KP Sharma Oli. I due partiti sono le due maggiori forze politiche e governano assieme il paese. La loro unificazione, iniziata nel 2018, si è conclusa però nel 2021.
Oltre a questa iniziativa Prachanda, che si trova invischiato anche in alcuni problemi legati al tentativo della Corte Suprema del Nepal di processarlo per alcuni incidenti relativi al suo passato di dirigente della guerra popolare, ha tenuto a Marzo di quest’anno un incontro con i vari partiti maoisti precedentemente nominati con il fine di promuovere una maggiore unificazione delle forze maoiste.
Tutte queste iniziative dimostrano come è attualmente in corso, pur se in maniera apparentemente caotica e non sempre facile da interpretare, una lotta tra le due linee nel campo maoista che conduce verso una maggiore unificazione delle forze maoiste, con il fine di portare a conclusione la guerra popolare contro il governo del capitale burocratico nepalese, l’espansionismo indiano e l’imperialismo.
A guidare questa lotta sembrano essere i due partiti adesso unificatisi, il PCN (Maggioranza) e il PCN(MRiv). Quest’ultimo in particolare dalla sua fondazione ha prodotto molte analisi e documenti per portare avanti la ricostruzione del partito sulla strada della rivoluzione. Il 23 Febbraio di quest’anno, in occasione dell’anniversario dell’inizio della Guerra Popolare, il partito aveva rilasciato una dichiarazione.
Nella dichiarazione si legge: “La rivoluzione in Nepal ha subito una grave battuta d’arresto, ma il processo rivoluzionario non si è fermato. Facendo tesoro delle esperienze del proletariato mondiale e applicando in modo creativo il marxismo-leninismo-maoismo alla specificità nepalese, il nostro partito continua a lavorare duramente per stabilire il nuovo potere statale democratico in Nepal. Oggi, in occasione della ventottesima Giornata della Guerra Popolare, rivolgiamo un appello speciale ai vari gruppi rivoluzionari, ai rivoluzionari sparsi nei diversi partiti opportunisti, alle personalità indipendenti e a tutte le masse oppresse affinché si uniscano e procedano lungo il cammino della rivoluzione.”
Dunque il processo rivoluzionario nepalese, nonostante tutti i disfattisti, i revisionisti e gli opportunisti si sforzino di dichiararlo morto e concluso, procede e anzi sembra stia subendo un’accelerazione.
[1]Pushpa Kamal Dahal, detto “Prachanda”, ha guidato la guerra popolare in Nepal contro la monarchia dal 1996 al 2006
[2]Nome completo, Netra Bikram Chand detto “Biplav”