Il sito finanza.lastampa.it/ del  /2023/05/16/ indica nel 1° giugno la data in cui il Governo non riuscirà più ad onorare le obbligazioni e non avrà più soldi in cassa per le spese correnti. Secondo  il sito la Segretaria al Tesoro Janet Yellen avrebbe inviato una lettera i ai leader del Congresso ed ai responsabili delle commissioni finanza e budget, contenente le seguenti affermazioni: ” è impossibile prevedere con certezza la data esatta in cui il Tesoro non sarà in grado di pagare tutti i conti del governo”.…”aspettare fino all’ultimo minuto per sospendere o aumentare il limite del debito può causare gravi danni alla fiducia delle imprese e dei consumatori, aumentare il costo del credito a breve termine per i contribuenti ed avere un impatto negativo sul rating degli Stati Uniti. In effetti, abbiamo già visto aumentare notevolmente gli oneri finanziari del Tesoro per i titoli in scadenza all’inizio di giugno”. …”Se il Congresso non riuscisse ad aumentare il limite del debito…danneggerebbe la nostra posizione di leadership globale e solleverebbe interrogativi sulla nostra capacità di difendere i nostri interessi e la sicurezza nazionale”.

Il sito  brasiliano A Nova Democracia commenta la situazione nell’ultimo editoriale intitolato: L’Imperialismo yankee, un gigante con i piedi di argilla”. Il sito riporta che il 18 maggio la segretaria del Tesoro degli Stati Uniti avrebbe incontrato i funzionari delle più grandi banche del paese.  L’ordine del giorno era “la profonda crisi finanziaria dello stato imperialista e il rischio di default del debito pubblico, che potrebbe innescare una crisi mondiale di portata senza precedenti”… ““Attualmente, il debito della superpotenza egemonica raggiunge 31 trilioni di dollari, equivalenti al 121% del prodotto interno lordo del paese – è di gran lunga il più grande debito pubblico del mondo. L’imperialismo yankee sostiene questo debito esorbitante garantendo agli speculatori che saranno pagati. La “garanzia”, naturalmente, consiste nella sua egemonia finanziaria ed economica su tutto il mondo…grazie alla quale assorbe ricchezza e rimpolpa le finanze pubbliche imponendo alle sue colonie e semi-colonie – attraverso la Banca Mondiale/FMI – severe politiche di aggiustamento fiscale, attacchi draconiani ai diritti dei lavoratori, e tagli generalizzati ai servizi pubblici. (Questo è il motivo per cui stiamo assistendo, in Brasile e in tutto il mondo anche alla demolizione e privatizzazione dell’istruzione e della salute pubblica)… Dal 2001, il governo yankee ha speso più delle entrate; da allora, la salute finanziaria dello stato imperialista dipende dalla vendita di propri titoli di debito… la quota del PIL yankee nell’economia globale decade dagli anni ’80 ad oggi (era del 23% e ora è del 15%); il ritmo della crescita economica del paese è in declino persistente dagli anni ’70…su queste basi fino a che punto economia yankee può indebitarsi?… L’imperialismo yankee – capobanda del sistema imperialista mondiale – è in declino, attraversato da inevitabili contraddizioni interne. Le masse lanciano il loro grido di protesta contro l’intensificazione dello sfruttamento. Tutti questo proviene  in particolare dalla  popolazione nera oppressa socialmente ed oggetto di un odioso razzismo e della violenza sistematica della polizia. Una protesta che di fronte al continuo degrado delle condizioni di vita, cresce nella medesima proporzione dell’approfondirsi della crisi. Come modo per aggirare l’irreversibile tendenza alla stagnazione, l’imperialismo ha usato le sue finanze per le varie guerre di aggressione alle nazioni oppresse, con lo scopo di riattivare l’industria sfruttando alimentando l’economia di guerra, con l’ulteriore obiettivo  di recuperare il capitale investito con il successivo saccheggio delle nazioni invase e devastate…La sua bandiera è, giustamente, la più odiata del mondo, giustamente…Per gli oppressi e gli sfruttati di tutto il mondo non c’è momento migliore di questo per lottare per la loro liberazione, per seppellire il regime imperialista e per erigere il nuovo ordine sociale del proletariato”.