Mentre il proletariato e gli strati inferiori e intermedi della piccola borghesia vengono sempre più stritolati dalla politica del governo Meloni (forte depotenziamento del reddito di cittadinanza con esclusione di 400.000 nuclei familiari, voucher, estensione dei contratti a termine senza causale prorogabili ma anche rinnovabili liberamente entro i primi dodici mesi), continua l’ingente esborso di denaro pubblico da parte dello Stato in favore del Vaticano.

 Le radici di questo tipo di prelievo forzoso dalle tasche dei lavoratori risalgono ai Patti Lateranensi (1929 governo Mussolini) e al Concordato (1984 governo Craxi). Questo asservimento della politica al Vaticano tipico dei paesi a sovranità limitata, e l’Italia lo è in quanto assoggettata all’America e prona ai desiderata della Chiesa e alle sue ingerenze ataviche, spiega il motivo per cui i vari partiti di potere hanno cercato sempre la legittimazione delle alte gerarchie ecclesiastiche.

Il rinnovo del Concordato del 1984 non ha registrato benefici né in termini di libertà e laicità dello Stato né ha provveduto ad attenuare i relativi prelievi economici ai danni della maggioranza dei cittadini italiani, credenti o non.

Basti pensare, sul piano politico e culturale, alle perduranti e pesanti ingerenze della Chiesa per ciò che riguarda aborto, contraccezione, omosessualità, eutanasia, teoria gender, su cui papa Bergoglio, per alcuni un rivoluzionario, ma in realtà gesuita reazionario sotto spoglie di riformatore, ha riproposto, pur in forma parzialmente sofisticata, posizioni oscurantiste. D’altra parte tutto è in linea col disegno della Chiesa, in favore delle classi reazionarie dominanti, finalizzato all’esercizio dell’egemonia non solo sulla mente, ma anche sul corpo degli uomini.

Ci troviamo di fronte a una Chiesa predatrice e reazionaria che abilmente, attraverso l’operato di papa Bergoglio, tenta di darsi il manto della modernità, del progresso e della vicinanza agli ultimi del mondo. Analizzando con attenzione l’agire del papa, emerge la costruzione di un’immagine del capo della Chiesa come persona di animo semplice, umile, vicino agli emarginati.

 A tal fine, “papa Francesco” utilizza un registro linguistico basso, spesso informale, facilmente comprensibile, accompagnato da un habitus semplice: borsa di cuoio vecchia portata da lui stesso, croce al collo d’argento e non d’oro e così via. Grande affabulatore, condanna genericamente il capitalismo e non manca mai occasione d’esprimere la sua vicinanza ai poveri o ai migranti che muoiono nel Mediterraneo. Di fatto, mentre da una parte mostra apertura nei confronti della teologia della liberazione, dall’altra si avvicina ai seguaci di Lefebre.

 Con il rinnovo del Concordato tutto è cambiato per non cambiare nulla, anzi, la situazione si è aggravata. L’aver riconosciuto uno status particolare per Roma non ha, per es., consentito di perseguire i dirigenti di Radio Vaticana accusata di emissioni elettromagnetiche oltre il livello consentito, in quanto i difensori si sono appellati all’art. 11 del trattato secondo cui “gli enti centrali della Chiesa cattolica sono esenti da ogni ingerenza dello Stato italiano”. Addirittura, i religiosi sono esentati da qualsiasi collaborazione con le autorità investigative italiane, favorendo così l’impunità ecclesiastica (vedi reati di pedofilia per perseguire i quali, il Comitato dell’Onu per i diritti dell’infanzia ha chiesto all’Italia di rivedere tale norma).

Tutte le richieste di abrogazione del Concordato sono cadute nel vuoto:

1977 promozione da parte dei radicali di un referendum abrogativo, dichiarato inammissibile dalla Corte Costituzionale perché il Concordato è un “trattato con uno Stato estero”;

1987 proposta di legge di Democrazia proletaria senza esito;

2013 petizione on line da parte dell’Uaar – Unione degli atei e degli agnostici razionalisti – rivolta a deputati e senatori, non sostenuta da alcun gruppo parlamentare. Il che la dice lunga sulla connivenza fra Vaticano e politici.

  • Ad oggi rimane purtroppo l’ingente spesa a carico dello Stato, come risulta dai dati forniti dall’Uaar relativi all’anno 2022 (poco meno di 7 miliardi di euro). Qui di seguito vengono riportate solo alcune voci:1,250 miliardi costo annuale per l’insegnamento della religione cattolica – per gli insegnanti di religione è erogata una retribuzione più alta rispetto agli altri insegnanti e il ricorso al parlamento europeo non è valso a nulla – a cui vanno aggiunti quelli amministrativi e gestionali degli istituti scolastici e la spesa per l’acquisto dei libri di testo
  • 1,13 miliardi ricavati dall’8 per mille: il 60% delle donazioni viene concesso a causa delle scelte non espresse
  • Circa 600 milioni per esenzioni: Ici, tassa sui rifiuti, esenzioni imposte per un gran numero di esercizi commerciali (alberghi, case di cura, pensionati, strutture sportive e ricettive che producono introiti superiori al valore del mercato)
  • 500 milioni di euro per contributi delle amministrazioni locali alle scuole cattoliche, cifra superiore a quella stanziata per le scuole statali 430 milioni di euro, soldi versati in base alla legge n.62/ 2000 che ha stabilito che le scuole paritarie fanno parte a pieno titolo del sistema di istruzione nazionale e quindi finanziate contravvenendo all’art. 3 della Costituzione (Ministro Luigi Berlinguer PD)

 

Se dei soldi pubblici erogati alla Chiesa cattolica in base al Concordato si parla poco, di quelli per i giubilei non se ne parla per niente. Anche per i giubilei il Vaticano ha goduto di ingenti somme messe a disposizione dallo Stato e, a dimostrazione di quanto stia a cuore il dio denaro al Vaticano, basti ricordare che i giubilei hanno avuto cadenze sempre più ravvicinate: da cento a cinquant’anni, da cinquanta a trentacinque, da trentacinque a venticinque. Per il giubileo del 2025, il solerte sindaco di Roma Gualtieri (PD) destina 8,2 miliardi di euro del PNNR.

Dopo un primo stanziamento da parte del governo Draghi, il governo clerical-fascista di Giorgia Meloni ha raddoppiato la spesa totale preventivata a carico dello Stato, comprendente contributi per abbellire gli spazi culturali e creare strutture per i pellegrini. Non solo, dopo che Parolin, segretario di Stato della Santa Sede, si è lamentato del ritardo, il nuovo esecutivo ha approvato un decreto legge di attuazione del Pnnr che comprende anche alcune “disposizioni per semplificare le procedure di opere del giubileo o della Chiesa cattolica”. Si tratta di un business periodico, di un’insaziabile sete di denaro che vede l’annuncio di un giubileo straordinario nel 2033, in occasione del bimillenario della nascita di Gesù.

Libero Stato in libera Chiesa? Assolutamente no. Se grave è la rapina di soldi dei cittadini a favore della Chiesa, ben più grave è l’ingerenza della stessa in campo istituzionale, politico, ideologico e culturale. Da qui la necessità di costruire un fronte ampio delle forze democratiche, laiche e comuniste per l’abrogazione del Concordato e per la piena realizzazione dei dettati della rivoluzione democratico-borghese relativi alla completa separazione tra Stato e Chiesa.

Ovviamente l’intera storia del nostro paese attesta che non si può portare a compimento la stessa rivoluzione borghese, nemmeno per quanto attiene alla separazione tra Stato e Chiesa ed alla conseguente restituzione al popolo italiano dei territori, delle proprietà e delle ricchezze della Chiesa Cattolica e del Vaticano, senza porre al centro la questione di un processo costituente di un Nuovo Stato di democrazia Popolare.