Traduzione non uffiale da https://anti-imperialist-action-ireland.com/blog/2025/02/23/the-reality-of-imperialist-occupation-in-ireland/

Uno sguardo critico sulla RUC e sul regime britannico da parte di un attivista repubblicano irlandese.
Le violenze e le molestie perpetrate dai membri della Royal Ulster Constabulary (RUC), una forza paramilitare armata che opera sotto il governo britannico, servono a ricordare la perdurante e oppressiva occupazione imperialista in Irlanda. Nonostante la retorica del “policing by consent”, sostenuta dal regime britannico e dai suoi collaboratori, le azioni della RUC parlano di una realtà ben diversa, radicata nel controllo, nella coercizione e nell’eliminazione sistematica di coloro che osano dissentire dall’agenda imperialista.
Il governo britannico sostiene che la sicurezza nell’Irlanda del Nord è una questione di consenso, che la polizia si basa sull’approvazione e sulla partecipazione delle comunità locali. Questa nozione di “policing by consent” non è altro che uno slogan vuoto, concepito per nascondere la violenza e la repressione in corso nei confronti di alcune fasce della popolazione. La RUC, nella sua attuale incarnazione, continua a operare come strumento di controllo coloniale, colpendo con violenza e intimidazione gli attivisti delle comunità, i dissidenti politici e coloro che si oppongono allo status quo politico.
Nel corso dell’occupazione dell’Irlanda siamo stati testimoni di come i membri della RIC-RUC-PSNI si impegnino in violente vessazioni e nella fabbricazione di accuse, con il risultato di detenere a lungo gli attivisti in custodia cautelare amministrativa, “ internati con qualsiasi altro metodo”, in chiara violazione dei loro diritti fondamentali, inviati in campi di internamento politico gestiti e controllati dagli uomini e dalle donne senza volto delle spie britanniche dell’MI5, dove la semplice accusa di dissenso è sufficiente per imprigionare qualcuno per anni, spesso senza processo. Questa non è un’azione di polizia al servizio della comunità, né è acconsentita dalla popolazione; è una repressione politica volta a mettere a tacere l’opposizione all’occupazione.
Questa realtà mette a nudo il mito dell’“Irlanda condivisa”. I sostenitori dell’ideologia partizionista spesso affermano che l’Irlanda è un’isola condivisa, uno spazio unificato in cui le comunità, cattoliche, protestanti e dissidenti, possono coesistere pacificamente sotto l’ombrello della benevola sovranità britannica. Ma se l’Irlanda fosse davvero un’isola condivisa, non ci sarebbe bisogno di un esercito di occupazione, né di forze di polizia paramilitari, né di squadroni della morte che operano con il tacito sostegno dello Stato. L’esistenza stessa della RUC, una forza progettata per imporre il dominio britannico sulle sei contee dell’Irlanda del Nord, dimostra la menzogna che la divisione sia un accordo politico legittimo o benevolo.
La propaganda sull’“isola condivisa” è proprio questa. Il concetto di Irlanda condivisa è costruito su una menzogna che cerca di nascondere le realtà dell’occupazione, della divisione e della negazione sistematica della sovranità irlandese. Cerca di pacificare e placare coloro che potrebbero altrimenti sfidare lo status quo, per convincere la popolazione irlandese che la presenza imperialista nell’Irlanda del Nord è in qualche modo normale o addirittura auspicabile. Ma niente potrebbe essere più lontano dalla verità.
La permanenza delle forze armate britanniche in Irlanda, tra cui la RUC paramilitare e gli squadroni della morte lealisti, ricorda chiaramente che il governo britannico non ha alcuna intenzione di cedere il controllo. Cerca di mantenere un’Irlanda divisa, dove i gruppi di potere possono imporre la loro volontà senza la minaccia di unità o resistenza. I paramilitari lealisti dediti allo spaccio di droga, armati e finanziati dallo Stato britannico, operano come un’ulteriore estensione di questo controllo, assicurando che qualsiasi sfida al dominio britannico sia affrontata con violenza e intimidazione.
La vera natura dell’occupazione britannica non è quella di una coesistenza pacifica, ma di una repressione violenta volta a preservare un ordine politico di cui beneficia solo la potenza occupante. Le azioni della RUC e la continua presenza delle forze britanniche sul suolo irlandese dovrebbero servire da campanello d’allarme per chiunque possa ancora credere che la divisione dell’Irlanda sia un accordo giusto o sostenibile. Finché lo Stato britannico manterrà la sua occupazione, non si potrà parlare di un’Irlanda condivisa, né di una vera pace, né di un vero consenso.
Di fronte a questa continua violenza e repressione, la lotta per la sovranità e l’unità irlandese continua. Il popolo irlandese, in particolare quello del Nord, ha sopportato decenni di difficoltà per opera dello Stato imperialista britannico. Ma la loro resistenza rimane intatta e la loro lotta per un’Irlanda unita e indipendente diventa sempre più forte. È tempo di smascherare le menzogne del “policing by consent” e di affrontare la dura realtà dell’occupazione imperialista. Solo allora potremo iniziare a muoverci verso un futuro in cui l’Irlanda sia veramente libera, unita e sovrana, un futuro in cui alle forze di occupazione non sia più permesso di dettare la vita del popolo irlandese.