Traduzione non ufficiale dell’articolo del 29 Maggio 2023, pubblicato da “The Red Herald” . Domenica 28 maggio si sono svolte in molte parti dello Stato spagnolo le elezioni municipali e autonome. Si può affermare che i quartieri operai e vasti settori di massa abbiano preso posizione per l’astensione. Questa tendenza è in atto dall’inizio delle elezioni dello Stato spagnolo a partire dal 1979.
I giornali borghesi si concentrano principalmente su due questioni: che il Partito popolare abbia vinto le elezioni e che la partecipazione sia aumentata. Tutto questo non è corretto, perché lo schieramento più “votato” continua ad essere quello dell’astensionismo, che si registra soprattutto nei quartieri operai. Servir al Pueblo afferma quanto segue:
“Tutte le prime pagine mirano alla medesima valutazione, questo prova che la cosiddetta libertà di stampa in realtà non esiste. Basta leggere la stampa quotidiana per individuare subito la tesi che si pretende di imporre: in primo luogo che il PP è il partito più votato e che lo sia nella maggior parte del paese, ed in secondo luogo che le elezioni abbiano visto un incremento della partecipazione anche in molti centri urbani di relative dimensioni. Questa è una visione riduttiva, così come in tutte le questioni relative all’analisi di determinati fenomeni anche qui è necessario procedere con l’interpretazione dei dati, ed ogni interpretazione ha precisamente un carattere di classe. L’interpretazione corrente sulla stampa nazionale riflette il punto di vista e gli interessi della borghesua, perché il dato relativo alla percentuale dei votanti un è un termometro per misurare il livello di consenso dello Stato borghese di fronte alle masse. Per questo vediamo tutti i candidati della borghesia, assolutamente tutti senza eccezione, esultare per i dati relativi ai votanti. L’esempio migliore è stato dato da Pedro Sánchez che, quando ha espresso il suo voto, ha dichiarato davanti ai mass media che quante più persone vengono a votare tanto più questo favorisce il lavoro delle istituzioni (borghesi, aggiungiamo) e tanto più forte potrà risultare la democrazia (borghese, aggiungiamo ancora) .
Ma questa è una conclusione falsa. I marxisti non possono che lavorare per demistificare questa conclusione. Senza questo lavoro non potremo essere all’altezza dei compiti che ci sono posti dal problema dello sviluppo della per del proletariato per la sua emancipazione e da quello della necessità della ricostituzione del Partito Comunista di Spagna (PCE). C’è un dato oggettivo con tutta la loro manipolazione mediatica riescono a nascondere: su 35.414.655 elettori relativi alle votazioni comunali di tutto lo Stato spagnolo ben 12.782.154 (36,07%) hanno scelto l’astensione. Più di 12 milioni e mezzo di persone pensano che nessuno dei loro problemi potrà risolversi depositando il voto in una scatola di palloncini. Non hanno fiducia nel sistema”
Grafico con il risultato dei principali partiti rispetto all’astensione
La socialdemocrazia ha evidenziato ancora una volta il proprio fallimento con un fortissimo calo dei voti e nel numero degli eletti. Un calo che ha riguardato in particolare “Unidas Podemos” [Uniti Si Può] un partito che in realtà è un fronte di vari partiti minori, tra cui il “PCE”. Nelle 12 comunità autonome dove si sono svolte le elezioni, Unidas Podemos ha perso 38 seggi, mantenendone solo 11. In questa situazione il partito socialdemocratico ha dimostrato il proprio fallimento di fronte alla classe operaia, anche rispetto alle sue dichiarazioni demagogiche a favore degli interessi dei lavoratori e delle problematiche del lavoro che avrebbero dovuto concretizzarsi in una presunta riforma del diritto del lavoro e nell’approntamento di una politica economica volta a contenere la crescita generale del i prezzi.
In generale, si può viceversa constatare una tendenza alla crescita dell’astensione, ed è per questo che, come spiega Servir al Pueblo, le campagne per il boicottaggio delle elezioni risulteranno sempre più necessarie. Il giornale termina dicendo:
“Questo mostra un grande potenziale , una situazione cjhe contiene aspetti favorevoli per lo sviluppo dell’iniziativa deu rivoluzionari: se guardiamo agli ultimi 20 anni, la parola d’ordine del boicottaggio è sempre più presente tra i settori più avanzati del movimento operaio. Con l’avanzamento della lotta per la ricostituzione del Partito Comunista di Spagna (PCE), la campagna per il boicottaggio assumerà una dimensione più ampia e più comunisti, più rivoluzionari, più settori di masse opteranno per il boicottaggio. Marciamo sotto la bandiera rossa del nostro slogan nelle prossime elezioni generali del 23 luglio:
Boicotta il 23 luglio! Abbasso la farsa elettorale! Elezioni no! Guerra popolare sì!”.