[Un importante articolo economico sul rapporto tra Brasile ed UE che svela tral’altro, dati alla mano, il carattere reazionario e  revisionista delle tesi sul multipolarismo che presentano il Brasile come un paese capitalistico in ascesa portatore di una politica autonoma dall’imperialismo  ed a esso contrapposta (Nota dei redattori del sito perlademocraziapopolare)]

Lula e il latifondo brasiliano nei negoziati UE-MERCOSUR

Traduzione non ufficiale da “https://redherald.org/”

26 giugno, 2023

Sabato 24 giugno si è concluso il tour di Lula in Europa per la prosecuzione dei negoziati dell’accordo tra l’Unione europea (UE) e il Mercosur [nota dell’autore: Mercato comune del Sud, accordo economico tra paesi semicoloniali e semifeudali dell’America latina, guidato dal Brasile]. Lula ha concluso il tour chiedendo di “mettere da parte l’arroganza” e invitando al “buon senso” per fvorire il raggiungimento di un accordo. Un principio di accordo è stato definito nel 2019, dopo 20 anni di negoziati, durante il governo di Jair Bolsonaro in Brasile, ma negli ultimi anni è rimasto in attesa di ratifica.

Questo accordo commerciale interessa i monopoli europei e i latifondisti brasiliani. Questi ultimi potrebbero esportare circa 99.000 tonnellate di carne in Europa, con tasse ridotte, aumentando così i loro profitti. Anche le esportazioni di soia ed etanolo aumenterebbero, con grandi vantaggi sempre per i latifondisti. Attualmente, il commercio tra l’UE e il Brasile è di circa 100 miliardi di dollari all’anno e il paese latinoamericano esporta principalmente prodotti agricoli.

Nelle ultime settimane, apparentemente, ci sono stati momenti di tensione nei negoziati, con disaccordi tra Lula e la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, e anche negoziati tesi con il Presidente francese Emmanuel Macron. Il punto centrale dei negoziati di questa settimana, che avrebbero ritardato la firma dell’accordo, sarebbero state le richieste “verdi” dei paesi imperialisti europei al Brasile. Tra queste vi sarebbero una serie di sanzioni, ad esempio il possibile divieto d’importare prodotti agricoli legati alla deforestazione e al cambiamento climatico. Lula si è mostrato molto riluttante a queste misure, nonostante durante la campagna elettorale del 2022 avesse promesso la fine della deforestazione in Brasile, usando questo argomento come arma elettorale contro Bolsonaro.

Attualmente Lula sembra creare alcune difficoltà facendo ventilare dei rischi per i negoziati, ma in realtà ha cercato attivamente di raggiungere un accordo fin dall’inizio, quindi è solo  una contraddizione apparente. Inoltre agisce sempre nell’interesse dei latifondisti. Il presidente dello Stato brasiliano ha sempre avuto una posizione chiara sull’accordo: firmarlo il prima possibile. All’inizio dell’anno è stato chiaro durante l’incontro con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz. Nelle ultime settimane von der Leyen e lo stesso Lula hanno affermato di voler ratificare l’accordo entro il 2023.

La difesa degli interessi del latifondo da parte di Lula è stata presente fin dall’inizio del suo governo. Attualmente, Lula sta lottando duramente per mantenere intatti gli interessi del latifondo e per accrescere i suoi profitti. Dopo gli ultimi negoziati con Macron, il presidente dello Stato brasiliano è stato chiaro al riguardo: “Sto cercando di parlare con Macron, perché la Francia è molto dura nel difendere i suoi interessi agricoli… È meraviglioso che difendano la loro agricoltura, ma devono capire che anche altri hanno il diritto di difendere la loro”. Gli altri grandi profittatori dell’accordo saranno gli imperialisti membri dell’UE poiché aumenteranno le esportazioni verso il Brasile, in particolare prodotti di fabbrica come macchinari, rendendo ancora più profonda la già grande soggezione dell’economia brasiliana all’imperialismo. Nel frattempo, Lula chiede che l’accordo venga sbloccato e che si ponga fine al protezionismo francese, per raggiungere un vero accordo di presunto “libero scambio”, al fine di vendere sempre maggiori quote del paese all’imperialismo.