Pubblichiamo, a titolo informativo e per il dibattito, una traduzione non ufficiale di un lungo ed importante articolo sugli sviluppi della situazione in Russia. Si tratta di un testo prodotto dai maoisti russi vicini alle posizioni della Lega Comunista Internazionale. Questo lavoro ha il pregio di smontare le posizioni scioviniste e rosso-brune che oggi si schierano in modo apologeta con l’imperialismo russo e con quello cinese. I compagni nel loro lungo articolo svelano tutte le contraddizioni fondamentali di un feroce imperialismo in crisi che non ha esitato a lanciarsi in una guerra di portata mondiale e che oggi oggettivamente accentua le condizioni per lo sviluppo  di una crisi rivoluzionaria in Russia. Il sostegno alla prospettiva di una guerra democratico-rivoluzionaria di liberazione nazionale del popolo ucraino, contro l’occupazione dell’imperialismo occidentale a guida USA e contro l’imperialismo russo, è parte necessaria di un’impostazione internazionalista della lotta contro l’imperialismo italiano, contro la nuova guerra mondiale imperialista e per lo sviluppo della rivoluzione proletaria mondiale.

PER LA DEMOCRZIA POPOLARE

 

DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA FASCISTA: CONTESA E FARSA TRA LA PMC “WAGNER” E IL MINISTRO DELLA DIFESA

Traduzione non ufficiale da The Red Herald 30 giugno 2023

In precedenza abbiamo pubblicato un articolo sui fatti recenti avvenuti in Russia. Ora pubblichiamo una traduzione non ufficiale di un documento proveniente dai maoisti russi, con modificazioni editoriali minime.

Alla luce dei recenti eventi riguardanti la rivolta di Prigozhin, pubblichiamo la nostra analisi della situazione politica attuale. Crediamo che gli eventi di due giorni fa abbiano rilevanza storica e che praticamente non esista qualcosa di analogo nella storia della Russia. Questi eventi sono anche estremamente rivelatori perché dimostrano il grado di disorganizzazione e d’incompetenza dello Stato russo, del quale di solito se ne esagera il potere. La mistificazione circa il grado della forza militare reale e del potere politico dello Stato russo serve solo alla reazione; dobbiamo percepire la realtà obiettiva e riconoscere la profonda crisi nella quale è impantanato questo putrido Stato. Inoltre, prima di proseguire direttamente con l’analisi, permetteteci di puntualizzare, a grandi linee, non in rigoroso ordine cronologico, gli eventi più importanti degli ultimi due giorni.

Principali eventi

Tutto è cominciato con i fatti del 23 giugno, quando il leader della Wagner PMC – Compagnia militare privata “Wagner”-  [in seguito si farà riferimento alla “Wagner” o alla “PMC” per riferirsi alla Wagner PMC ] Prigozhin ha detto che i militari russi hanno bombardato le posizioni della PMC, da cui le sue parole “un gran numero di soldati sono stati assassinati”[1]. In uno dei canali fascisti di Telegram vicino alla PMC “Wagner”, è stato pubblicato un video con le presunte conseguenze del bombardamento che è stato realizzato nelle retrovie.

L’autenticità del video è difficile da determinare. Nella sua ultima intervista prima della rivolta, tra gli altri commenti Prigozhin ha criminalizzato in generale il Ministero della Difesa, mettendo una particolare enfasi sull’attuale generale Shoygu. Poco dopo è cominciata la rivolta.

Per quanto ne sappiamo, uno dei primi episodi della rivolta è stato l’arresto di un tenente colonnello dell’esercito russo da parte della PMC “Wagner”, così come di altro personale militare. I militari della PMC “Wagner” hanno costretto il tenente colonnello a scusarsi per i presunti attacchi alla PMC, “c’erano segni di pestaggio sulla sua faccia”[4]..

Poco dopo, una colonna di veicoli militari della PMC “Wagner” ha incominciato a muoversi verso la regione di Voronezh in direzione di Mosca. Il Ministro della Difesa ha contestato la dichiarazione di Prigozhin sugli attacchi alle retrovie della “Wagner”[5]. Un gruppo di alti gradi militari, compresi dei generali, hanno richiesto a Prigozhin di  interrompere la  “marcia su Mosca”[6]. In più di 10 regioni sono stati cancellati dal governo[7] tutti gli eventi di massa. In alcune zone[8] è stato imposto il regime delle Operazioni Antiterroriste. Il FSB [Servizio Federale di Sicurezza] ha aperto un procedimento penale contro Prigozhin [9]. Molti giornali, ma soprattutto l’edizione 161.nu di Rostov, hanno pubblicato numerose foto relative ad equipaggiamenti militari e soldati della PMC “Wagner” che entravano a Rostov. A Voronezh sono cominciate sparatorie ed esplosioni[10]. Così come un tentativo, senza successo, di abbattere un elicottero delle truppe di governo con un lanciamissili “Strela M10” appartenente alla “Wagner” PMC, che ha raggiunto una raffineria di petrolio a Voronezh[11]. Secondo RT, la PMC «Wagner» ha preso il controllo di una fabbrica di birra[12. Nel nord, a Rostov, sono state collocate mine[13]. Queste città – Voronezh e Rostov – sono rimaste sotto il controllo della “Wagner” che contava 25000 combattenti. Il convoglio militare non si è fermato e ha continuato verso Mosca e le autostrade M2, M4 e M5 sono state bloccate.

Tra i tentativi di fermare la PMC “Wagner”, quello con gli elicotteri, e quando si sono resi conto che era impossibile fare una cosa del genere in una situazione urbana, è stato lanciato un attacco aereo contro il convoglio della “Wagner” sull’autostrada M4[14]. Secondo relazioni non ufficiali e non confermate, c’erano solo 110 veicoli blindati leggeri nella terza colonna del convoglio della “Wagner”, che dalla regione di Lipetsk si spostava verso Mosca[15]. In tutto il paese hanno tolto i manifesti che invitavano a unirsi alla PMC “Wagner”[16]. A Mosca tutte le autorità pubbliche e i mezzi di trasporto erano sotto ampia protezione[17]. I preparativi militari nella capitale sono stati realizzati durante tutta la notte tra il 23 e il 24, e durante tutta la giornata del 24.

Nel suo discorso presidenziale d’emergenza, Putin ha definito “una coltellata alla schiena” le attività della PMC e, senza nominare direttamente Prigozhin, ha detto che” coloro che hanno organizzato tutto questo dovrebbero essere subito puniti” [18]. Prigozhin ha risposto subito dicendo che “nessuno si farà avanti con una confessione come richiesto dal presidente, dal FSB o da qualcun altro”[19]. D’altra parte, Medvedev, ha detto: “Costituire una frazione e il tradimento aprono la strada alla più grande delle tragedie, a una tragedia globale. Non possiamo permetterlo. Il nemico deve essere sconfitto! La vittoria sarà nostra!”[20] Medvedev ha definito le azioni di Prigozhin come un’operazione mirante alla presa del potere e ha detto anche che “Nella storia dell’umanità non si è mai verificata una situazione come quella che vede il più grande arsenale di armi nucleari posto sotto il controllo di banditi.”[21]

Alla fine sono arrivate notizie che i colloqui successivi tra Prigozhin e Putin hanno avuto successo, grazie alla mediazione di Lukashenko[22], la PMC “Wagner” ha cominciato a abbandonare Rostov. Le trattative, secondo Lukashenko, sono durate tutto il giorno[23]. Prigozhin ha detto che la PMC “Wagner” sarebbe stata sciolta; ha aggiunto che ora sarebbero tornati alle loro posizioni “secondo il programma”.[24]

Dopo tutto questo, i soldati della PMC «Wagner», “considerati i loro meriti al fronte”[25], non saranno sanzionati. I soldati potranno arruolarsi nell’esercito russo. Il procedimento penale contro Prigozhin è stato chiuso e lui potrà partire per la Bielorussia[26]. Ma la stampa locale non dice cosa andrà  a fare in Bielorussia.

Le cifre ufficiali hanno sottostimato il danneggiamento della superficie dell’asfalto nelle strade, si pensa che si tratti di 10 mila metri quadrati[27]. Relazioni non ufficiali e non confermate, basate su un video che analizza solo gli elicotteri abbattuti, confermano che durante il conflitto[28] sono stati assassinati più di 10 piloti. Non c’è ancora una cifra ufficiale dei militari e dei civili morti.

La sostanza della linea politica dei due schieramenti

È molto importante considerare il fatto che nessuno dei due schieramenti vuole che finisca la guerra in Ucraina. Le due parti di questo conflitto rappresentano gli interessi economici dei capitalisti monopolisti russi, soprattutto capitalisti del petrolio e del gas. Prigozhin, quando si lamenta formalmente della leadership, in sostanza non si lamenta per la natura aggressiva di questa guerra, ma solo per le condizioni che gli sono state offerte come parte coinvolta in tutto questo. Lui parla di gestione fallita della guerra, ma questo è solo populismo per mantenere la propria figura nelle file della PMC. I due schieramenti stanno facendo una guerra di aggressione per saccheggiare l’economia nazionale ucraina a beneficio dell’oligarchia russa – gli imperialisti russi, questo permetterà di migliorare la loro strategia economica e la loro posizione militare nella lotta per il potere nel terzo mondo, soprattutto in Ucraina, contro l’imperialismo americano.

Il fatto che Prigozhin abbia servito l’oligarchia russa per tutta la propria vita lo si è visto nella storia della sua formazione politica. “Lo chef di Putin” era una delle persone più affidabili e ha fatto i lavori più sporchi per ottenere benefici personali. Fare un esercito privato così imponente come la PMC “Wagner” sarebbe stato impossibile in  modo diverso; Prigozhin anche se è miliardario, sicuramente non aveva né ha le risorse per mantenere tutte le unità di combattimento da solo, risorse che forniscono direttamente i monopolisti. La PCM “Wagner” è stata stabilita secondo l’immagine e il gusto di Prigozhin – è la più spregevole e oscura organizzazione fascista, il suo proposito originario era condurre la guerra sporca e il genocidio in Africa e in Medio Oriente (Repubblica Centrafricana, Libia, Mali, Sudan, Siria e altri). È stato grazie alla “Wagner” che gli imperialisti russi hanno potuto combattere per avere il controllo del petrolio e delle miniere d’oro senza sporcare le mani dell’esercito russo e, di conseguenza, con assai minor  sforzo. La formazione militare PMC “Wagner” ha pienamente consolidato i metodi fascisti di un’organizzazione aziendale e antiparlamentare. La costituzione del paese vieta l’esistenza di un esercito militare privato. Tuttavia, la Wagner è l’equivalente moderno dei fascisti Freikorps formati nella Repubblica di Weimar, ma con la differenza significativa che fin dall’inizio si è usata la “Wagner” contro le nazioni del Terzo Mondo e non contro i comunisti.

Ma con l’inizio della “SMO” [Special Military Operation – Operazione Militare Speciale, così ha chiamato l’imperialismo russo l’operazione che ha avviato la guerra contro l’Ucraina] gli imperialisti russi hanno affrontato un problema politico. La mancanza di volontari e i grandi problemi organizzativi che precedevano la prima ondata di mobilitazione forzata fallita in settembre, si sono tradotti nel bisogno di reclutare più persone di quelle che erano disponibili. Per raggiungere il numero di reclutamenti necessari hanno cercato nelle carceri. L’esercito della Federazione Russa non poteva permettersi il lusso di macchiare la sua immagine “de-nazificatrice” e “ortodossa” con dei criminali come mercenari, ecco perché un’altra forma organizzativa doveva assumere questo compito. Ma una tale organizzazione per fare il lavoro militare più sporco era già lì – la PMC “Wagner”. Questa struttura aveva già la fiducia della gente, il suo lavoro era già stabilito, tutto quello che doveva fare era reindirizzare le sue truppe. Tuttavia, anche dopo il problema non era ancora risolto, ci volevano più persone. Per riuscire ad attrarre più criminali, hanno dato alla Wagner un altro beneficio unico e fascista: alla fine del contratto con la “Wagner”, i criminali non saranno processati, saranno semplicemente liberi senza l’obbligo di scontare il resto della condanna in carcere. In questo modo il ruolo e i compiti della PMC “Wagner” dall’inizio della guerra con l’Ucraina sono aumentati e adesso comprendono non solo le operazioni militari sporche in Africa e nel Medio Oriente, ma anche il reclutamento di criminali per le necessità del fronte. È principalmente per questo che la PMC è servita fin dall’inizio della “SMO”.

In questo modo, vediamo come Prigozhin e il Ministero della Difesa perseguano lo stesso fine – mantenere il putrido e vecchio ordine monopolista, dentro quale il popolo non ha alcun diritto di protestare. Prigozhin è contro l’ “oligarchia” solo a parole e dice che sta agendo in favore del popolo comune che, secondo lui, sta mettendo manifesti a sostegno della PMC “Wagner” a Rostov del Don. Non ci sono immagini di questi manifesti, ma solo parole. È evidente che le sue parole sono vuote.

La linea borghese e allarmista, che afferma che è iniziata una “guerra civile”, si sta diffondendo tra un gran numero di liberali russi senza talento, che non affondano minimamente le loro radici in un’analisi materialista, poiché tutto questo processo politico non ha un carattere di massa. Anzi – queste azioni sono di natura fascista e antipopolare. Pirgozhin non guida le proteste popolari, così come la PMC “Wagner” non rappresenta in nessun caso l’espressione militare delle proteste popolari. Il popolo di Rostov vuole solo la pace e che l’operazione militare in città non riesca. In sintesi, Prigozhin non è diverso da nessun altro burocrate oggi al potere, e la PMC “Wagner” e il Ministero della Difesa sono semplicemente differenti forme organizzative della stessa cosa – due facce della stessa medaglia fascista dello Stato russo.

Le motivazioni di Prigozhin, la sua linea politica e militare

Il primo e più importante fattore che spiega quello che è successo è il fallimento della propria “SMO”. È chiaro che se l’esercito russo avesse avuto la possibilità di progredire e mantenere le sue posizioni non saremmo arrivati alla situazione attuale.

Se guardiamo il corso della guerra, vediamo come la principale strategia russa era una Blitzkrieg, che è stata sconfitta nei primi due mesi della “SMO”. Questo si è evidenziato perfino nelle lamentele soggettiviste e nelle rimostranze di Prigozhin che, durante la sua intervista, si mantiene obbiettivo in un’unica cosa – la Russia non può permettersi una guerra prolungata.

Dagli ultimi giorni di febbraio fino ai primi giorni di marzo del 2022, la Russia ha aperto diverse linee del fronte per attaccare: a sud della Crimea, a est della “LNR” [Nota del traduttore: “Repubblica Popolare di Lugansk”] e della “DNR” [Nota del traduttore: “Repubblica Popolare di Donetsk”], a nord (comprendente il territorio della Bielorussia) e a nord-ovest, con l’obbiettivo di Kharkov. Dalla metà di marzo sono riusciti in una certa misura a collegare tutte le linee di attacco soprattutto verso sud. Ma alla fine di marzo, le AFU [Nota del traduttore: Forze Armate di Ucraina] avevano già fatto un contrattacco attivo in tutte le direzioni, soprattutto nel fronte del nord con l’obbiettivo di Kiev. Gli imperialisti russi sono stati costretti ad abbandonare le loro posizioni a Kiev e hanno abbandonato la direzione di attacco dalla Bielorussia. A metà aprile del 2022, la direzione nord-est dell’attacco veniva soppressa del tutto. A metà aprile del 2022, la linea del fronte era più o meno stabile con le due principali direzioni di attacco collegate tra loro: da sud e da est. Tuttavia, nei primi giorni di maggio del 2022, le forze russe sono state costrette a cedere parte del settore nord della direzione est dell’attacco. A settembre è seguito un altro contrattacco, che da allora ha completamente recuperato l’intero settore nord. In ottobre è continuato il contrattacco ucraino contro la direzione di attacco da est e in novembre le truppe russe sono state costrette ad abbandonare del tutto il territorio conquistato a nord di Kherson e a consegnare la propria Kherson, dove avevano già cominciato la loro farsa elettorale con la speranza di continuare con l’occupazione. Da allora, la linea del fronte è stabile.

È importante capire che la viscosità del fronte non favorisce in alcun modo gli imperialisti russi. Crediamo anche che sia importante capire che le conquiste dell’esercito russo sono relative e che le sue perdite territoriali sono strategicamente significative. I propagandisti russi si vantano di aver preso Bakkhmut. Prigozhin ha esibito il lavoro della sua PMC perché tutti lo vedessero. Ma che cosa c’è di lodevole nel fatto che questo piccolo villaggio (circa 70 mila persone prima della guerra e circa 4 mila durante la guerra) è stato circondato da tre lati per più di sei mesi, ma ha resistito tutto quel tempo ed è caduto solo un mese fa? Nel piano militare strategico, una perdita di Kherson vale quanto dieci catture di Bakhmut. Adesso, dopo aver portato tante truppe per risolvere questo conflitto, non sarebbe strano che l’Ucraina possa lanciare subito la sua prossima controffensiva.

Così, la fallita linea politica generale, che non può costringere il popolo a sollevarsi contro i suoi interessi – per questo sta perdendo la guerra – è servita come base della situazione attuale. D’altronde, è chiaro che la causa di questa rivolta è stata la posizione disperata di Prigozhin e le sue ambizioni traballanti sotto la pressione del Ministero della Difesa. Tuttavia, se guardiamo il conflitto tra il Ministero della Difesa e la PMC, possiamo vedere che questo conflitto non è nato ieri. Alcuni mesi fa, Prigozhin si lamentava di non avere abbastanza munizioni, quindi ha cercato di ricattare il Ministero della Difesa e ha minacciato di abbandonare le sue posizioni a Bakhmut se non arrivava una fornitura urgente di munizioni. Sognava di consegnare le posizioni di Bakhmut all’esercito del governo. Chiaramente, è stato il serrato conflitto d’interessi tra Prigozhin e il Ministero della Difesa a svolgere il ruolo più importante. Alla fine, in base di questo conflitto interno d’interessi, il Ministero della Difesa, che non è altro che un gruppetto di burocrati in contrasto con Prigozhin, ha messo sopra il tavolo un accordo per sciogliere la PMC, costringendo tutti i soldati della “Wagner” a unirsi alle forze del governo. Come risposta a tutti questi eventi Prigozhin ha cominciato la sua rivolta; ha capito che né la sua vita né il suo interesse personale possono essere garantiti se la PMC “Wagner” viene sciolta o riformata.

Dunque, il conflitto tra Prigozhin e il Ministero della Difesa è solo un conflitto tra due frazioni della grande borghesia imperialista, che lottano per le stesse risorse con gli stessi metodi, ecco perché la differenza tra le linee politiche e militari del Ministero della Difesa e di Prigozhin è molto marginale. La differenza tra esse si riduce al fatto che Prigozhin esige una migliore guida della “SMO”. Nella sua intervista, chiede di realizzare la “SMO” nel modo più feroce e brutale, di non perdonare il popolo ucraino, di non avere paura di usare le armi nucleari, di “andare avanti fino alla fine”.

In sostanza, incita al genocidio del popolo ucraino. Naturalmente, ciò è stato provocato dal suo malcontento per la parte di bottino a lui destinata. Tuttavia, sia la linea militare che la politica di Prigozhin sono estremamente vaghe, senza principi e direttamente dipendenti dalle circostanze in cui si trova e questo riflette la formazione ideologica del fascismo: l’eclettismo. All’inizio della “SMO” ha incitato alla mobilitazione in alcune regioni. Durante la “SMO” e dopo l’inizio della rivolta, ha parlato “a favore del popolo”, “contro l’oligarchia” e contro Shoigu, dicendo che si è entrati in guerra per motivi sbagliati. Ma la cosa più importante è questa: non ha mai parlato contro Putin e l’ha perfino difeso, dicendo che il Ministero della Difesa crea semplicemente una falsa “agenda” sulla base della quale il presumibilmente onesto presidente prende decisioni sbagliate. In realtà Putin è ben informato, è una figura chiave nel governo ed è il diretto responsabile della decisione di impossessarsi della Crimea nel 2014 e di cominciare la guerra nel 2022. Adesso che la sicurezza e l’interesse personale di Prigozhin vengono garantiti (sulla carta) dalle parole del suo presidente, si dimette e ordina alle sue truppe di ritirarsi “secondo il piano”. Quest’opportunismo e questa ottusità hanno provocato un’ondata di delusione generalizzata nei confronti della figura di Prigozhin, soprattutto nelle file degli elementi più fascisti della PMC “Wagner”, che trattenevano il fiato nella speranza di un colpo di Stato a tutti gli effetti.

Contesa e collusione

Di conseguenza, la situazione è stata estremamente dinamica e, come abbiamo già stabilito, si tratta di un conflitto tra le due fazioni più reazionarie e oscure della borghesia, che si sviluppa secondo le leggi della collusione e della lotta intestina. È importante capire che la lotta tra le due parti è l’spetto principale, mentre la collusione è temporanea e secondaria. Questa tesi classica si basa sul fatto che le due frazioni hanno preso posizioni politiche che permettono di prendere decisioni veloci e di cambiare direzione a seconda del risultato specifico della situazione. Putin, quando ha parlato della rivolta, non ha mai nominato Prigozhin per nome, ma ha solo minacciato di punire “quelle” persone responsabili dell’organizzazione della rivolta. Prigozhin ha usato la stessa tattica per quanto riguarda Putin. Questo non faceva che indicare una possibile soluzione della lotta attraverso la collusione. Tuttavia, le azioni militari di Prigozhin e del Ministero della Difesa indicano senza dubbio la loro determinazione a ricorrere alla violenza. Quando mai è stato effettuato un attacco aereo dell’esercito governativo all’interno dei confini del paese, contro una colonna dell’esercito in movimento di una fazione ostile, in pieno giorno e con auto civili in transito? Inoltre, alcuni liberali (Michael Nacke) affermano che il Ministero della Difesa stava considerando un’operazione speciale che coinvolgeva 1500 militari[29] per catturare Prigozhin. Ci troviamo di fronte a una contraddizione: da una parte si usa la lotta, dall’altra la collusione. Ora, anche con un accordo che si è concretizzato sulla carta, il destino di Prigozhin rimane poco chiaro, poiché non è del tutto comprensibile quale ruolo burocratico gli sia stato assegnato in Bielorussia, soprattutto considerando quanto allo stato attuale i problemi siano aumentati. «La parola del presidente», apparsa sui media statali come garanzia della sicurezza di Prigozhin, non avrà molto valore, soprattutto se Prigozhin è politicamente isolato (principalmente dalla sua gente di fiducia della PMC).

Tuttavia, il destino incerto di Prigozhin non è così importante per il movimento russo, né per le masse russe. Malgrado questo, di una cosa siamo assolutamente certi: ora, dopo questa vergognosa farsa di enormi proporzioni, il governo russo mentirà nella maniera più perversa e dirà che in realtà tutto era sotto controllo, che la disorganizzazione del suo potere non rappresentava alcun pericolo per la vita dei cittadini e dei soldati, che fin dall’inizio si prevedeva un esito pacifico. Ma non dobbiamo assolutamente dimenticare come esattamente si è verificato lo scandalo dei fatti del 23 e 24 giugno. Tutti devono saperlo, perché dimostra nel modo più chiaro che i reazionari sono tigri di carta. Un’analisi materiale dei fatti del 23 e 24 giugno mostra che tutto ciò che poteva sfuggire al controllo, è andato fuori controllo. Tutti i principali fascisti, i loro burocrati e ideologi di fiducia erano nel panico. “stanno ancora cambiando le loro scarpe in aria” [Nota del traduttore: frase russa che indica un cambiamento rapido e senza principi di posizioni/opinioni] nel vano tentativo di nascondere loro errori. Ma gli imperialisti russi non potranno mai far tornare indietro l’orologio e ritrattare le parole di Putin, secondo cui si sta sviluppando un vero ammutinamento nel paese, che rappresenta una minaccia mortale per la nazione e lo Stato russi, e che la situazione nelle città russe è estremamente difficile come conseguenza dei propri errori.

L’Esercito e lo Stato

Questa situazione è quindi un sintomo delle contraddizioni incredibilmente acute interne alla putrida società russa, che si trova in crisi permanente. A livello economico, gli ultimi due giorni rappresentano per gli imperialisti russi uno spreco di risorse enorme ed estremamente inefficiente che, diversamente, avrebbero potuto essere utilizzate al fronte. A livello politico, è un precedente per la prossima intensificazione della lotta dentro le file degli stessi imperialisti che, ogni giorno che passa, infliggeranno a malincuore forti colpi destabilizzanti all’interno del proprio stato. Sul piano ideologico è una dimostrazione dell’assenza di principi, dell’eclettismo, dell’odio e della mancanza di rispetto per il popolo.

La tesi marxista classica che lo stato è una formazione organizzativa che esiste per mantenere le relazioni di classe attraverso la violenza deve essere pienamente compresa e applicata a questi eventi. Analizzando la società russa, abbiamo concluso che lo Stato russo si basa su un’economia estremamente precaria e squilibrata, che ha smesso di svilupparsi definitivamente nel 2014. Questa crisi economica si esprime a livello politico con la cattiva organizzazione dello Stato. In sostanza, ciò significa che non possono organizzare la loro violenza in modo efficace e chiaro attraverso le loro forze armate. Se sono stati in grado di usare efficacemente la violenza e l’esercito, perché un paese sottosviluppato come l’Ucraina nei primi mesi di guerra non è stato conquistato da una superpotenza nucleare? Se il loro esercito (sia il loro ramo governativo che privato), che sostiene il loro stato, è così ben organizzato, perché è in guerra con sé stesso? Tutto questo porta a tre cose.

In primo luogo, che i fattori oggettivi per lo sviluppo del lavoro rivoluzionario sono più maturi che mai. Secondo, l’imperialismo russo, come altri imperialismi in tutto il mondo, non può più organizzare efficacemente il suo esercito per sostenere pienamente il proprio stato e condurre con successo guerre di conquista contro il Terzo mondo. Terzo, che il fattore limitante nel processo di sviluppo rivoluzionario è quello soggettivo, che dobbiamo avere ancora più fiducia e più forza nel nostro lavoro.

Lo scandalo della “rivolta” del 1917 tra il governo provvisorio di Kerensky e il generale Kornilov ha screditato completamente il governo provvisorio. Questo scandalo è diventato storicamente “la goccia che ha fatto traboccare il vaso”, che ha permesso ai bolscevichi di organizzare un’insurrezione e dopo di difendere il loro stato durante i numerosi e difficili anni di guerra. Ma non è questa farsa vergognosa paragonabile nel suo esito destabilizzante alla farsa vergognosa della “rivolta” di Kornilov? Non è chiaro che i monopolisti russi e i loro ideologici fantocci non sono più capaci di risolvere i propri problemi, problemi che creano loro stessi? Questa situazione non dovrebbe dare più slancio e fiducia ai rivoluzionari russi per sviluppare il loro lavoro tra le masse? Sì, sì e sì.

Concludiamo questo articolo con una magnifica citazione del Presidente Gonzalo, che dovrebbe essere l’arsenale di qualsiasi rivoluzionario:

“Quelli che hanno orecchie, le usino, quelli che hanno intelletto – e tutti lo abbiamo – lo maneggino. Basta con le sciocchezze, basta con le tenebre! Cerchiamo di capire questo! Cosa succede nel mondo? Di cosa abbiamo bisogno? Abbiamo bisogno che il maoismo sia assunto e sta avvenendo, e che continui a generare Partiti Comunisti, per guidare, per dirigere questa nuova grande ondata della rivoluzione mondiale che si avvicina” – Presidente Gonzalo, discorso nella prigione militare il 24 settembre 1992.