A distanza di 78 anni dalla nascita della nostra Repubblica, gli eredi diretti del fascismo sono tornati sciaguratamente alla guida del Paese senza che si possa ancora intravedere un vero baluardo di resistenza.
In questo momento storico, che vede l’Italia sul baratro di un progetto di realizzazione di un regime dittatoriale, i cui tasselli sono stati in parte realizzati attenendosi al “piano di rinascita democratica” con cui la P2 voleva rovesciare la Costituzione materiale e formale della Repubblica***, il discorso di fine anno della più alta carica dello Stato, allineato al clima generale di fascistizzazione non ha dato nemmeno la parvenza di essere fondato sul principio del “super partes”.
Se la locuzione “super partes” indica una posizione indipendente, imparziale da parte di chi ricopre una carica istituzionale, è evidente che nel caso del discorso di fine anno, non è ravvisabile nessuna indipendenza. Quello del Presidente Sergio Mattarella, tra l’altro esperto giurista, non è stato però un errore di imparzialità. Il Presidente della Repubblica, con il suo discorso, ha semplicemente reso palese di fronte alle masse popolari di tutta Italia, che tale principio di matrice liberale è una garanzia illusoria, un inganno; che le necessità e i bisogni dei lavoratori e delle masse popolari del nostro paese e quelli dei popoli oppressi dall’imperialismo non saranno mai tutelati.
Tutto il discorso si è caratterizzato fin dall’inizio per affermazioni generiche, demagogia e sostanziale disprezzo per i popoli oppressi.: “L’orribile ferocia terroristica del 7 ottobre scorso di Hamas contro centinaia di inermi bambini, donne, uomini, anziani di Israele. Ignobile oltre ogni termine, nella sua disumanità. La reazione del governo israeliano, con un’azione militare che provoca anche migliaia di vittime civili e costringe, a Gaza, moltitudini di persone ad abbandonare le proprie case, respinti da tutti”.
L’imparzialità avrebbe dovuto imporre una trattazione oggettiva della realtà; la reazione militare di Israele ad oggi ha provocato oltre ventimila morti, soprattutto bambini e donne. Si assiste al genocidio di un’intera popolazione progettato fin dal periodo del protettorato inglese; l’oppressione nei confronti dei Palestinesi, le continue eliminazioni fisiche sono state portate avanti con metodo criminale da oltre 75 anni.
I Palestinesi, e il Presidente lo sa bene, non lasciano le loro case; le loro case sono state distrutte, così come ospedali e scuole. Gaza è stata rasa al suolo, è solo sangue, cenere, fame e morte. Nessun accenno a questo inaccettabile genocidio, confermando ancora una volta il vergognoso asservimento ad Israele e agli Usa.
Rispetto alla questione nazionale, tante le affermazioni generiche: sulla guerra, sulle cure agli anziani, sul lavoro, sulla libertà di pensiero, sulle situazioni tragiche delle periferie, sulla disuguaglianza di retribuzione tra superprivilegiati e strati sociali bassi.
Se Sergio Mattarella fosse realmente il garante di una Costituzione nata dalla resistenza antifascista contro il regime mussoliniano avrebbe rivolto un monito a coloro che, in governo e in parlamento, operano per la sua revisione, rendendo inagibili gli spazi per esercitare le più elementari libertà democratiche, cancellandole di fatto. Come avviene per il diritto del libero pensiero (legge bavaglio), il diritto universale di garanzia dei bisogni primari (legge di autonomia differenziata), il diritto d’asilo (decreto Cutro), il diritto di sciopero (precettazioni), il diritto al lavoro, alla pensione di vecchiaia, alla salute, all’istruzione, a non essere discriminati in base alla religione, alla razza, al sesso, … il ripudio della guerra, ecc.
Se ce ne fosse stato bisogno, col discorso di fine anno del Presidente della Repubblica, abbiamo avuto la conferma che non è super partes, bensì il vassallo d’Israele e Usa, senza alcun intento di garantire quella parvenza di democrazia contro il governo fascista Meloni con i suoi provvedimenti antipopolari, e con il suo tentativo di virata dittatoriale con il premierato.
Preoccupa, ma non stupisce, l’entusiasmo con cui il discorso di Mattarella è stato accolto da tutti i parlamentari, da Conte a Tajani, da Salvini a Schlein, dal mefistofelico La Russa a Fratoianni. Deve perciò essere chiaro che sperare in una lotta contro questo montante fascismo con l’apporto delle sedicenti forze di sinistra è un grave errore, una idea da bandire al più presto.
Chi è conciliante, come lo sono i vertici della Repubblica e i partiti dell’arco parlamentare che dichiarano un’impossibile neutralità, è connivente e rema contro le libertà democratiche.
Dobbiamo essere più che mai partigiani, impegnarci a realizzare una società opposta a quella che il nuovo fascismo, in continuità con il vecchio, si appresta a fondare.
Si profila la necessità di una Nuova Resistenza per stabilire un governo di nuova democrazia in direzione di una società socialista e comunista, fondata sulla giustizia sociale, sull’eguaglianza universale, sul riscatto delle masse popolari.